Gaetano Notaro, il 36enne paramedico che faceva parte dell’associazione di volontariato SS Maria del Pozzo di Capurso e arrestato il 18 gennaio 2022 con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di una studentessa universitaria a bordo di un’ambulanza con la quale veniva fornita assistenza durante una festa universitaria nel Palaghiaccio di Bari, la notte di Halloween tra il 31 ottobre e il 1 novembre 2021, è stato condannato a 10 anni di reclusione. I suoi legali, Niccolò Pisani e Maria Clemente, avevano chiesto l’assoluzione del loro assistito contro la richiesta della pena di 9 anni di reclusione da parte della Procura. Notaro ha sempre negato la violenza, a differenza di quanto raccontato e sostenuto dalla ragazza nel corso dei mesi, ma il Tribunale di Bari ha ritenuto colpevole il 36enne. Notaro è stato condannato anche all’interdizione dai pubblici uffici, al risarcimento dei danni alla parte offesa e al pagamento di 2.400 euro per le spese legali della parte civile.
La storia ha provocato sdegno e clamore, anche gli operatori 118 hanno puntato il dito contro Notaro. Abbiamo intervistato il suo legale che ha fornito la ricostruzione dei fatti della difesa, presentata nel processo in una memoria di 5 pagine. Restano infatti diversi punti oscuri attorno alla vicenda. Il primo tassello è che il soccorritore aveva contratto la scabbia, una malattia della pelle causata da un piccolo parassita che causa un intenso prurito e che si diffonde tramite rapporti sessuali. Malattia che la vittima del presunto stupro non ha contratto. Altri particolari sono incentrati sull’alcool assunto dalla giovane, che si è dichiarata astemia, durante la serata e sulle diverse ricostruzioni contrastanti rilasciate in diversi momenti, a partire dalla portiera dell’ambulanza, aperta per lei, ma chiusa per un testimone. La ragazza, dopo essere stata sulla barella e alzatasi in piedi, si sarebbe anche trattenuta con il soccorritore chiedendogli perché svolgesse questo tipo di lavoro e chiacchierando con lui. Una dinamica alquanto incompatibile post stupro.