Dopo 3 anni di molestie, nel 1991, uccise Santa Scorese e adesso, dopo 32 anni, si è ripresentato molestando la sorella della vittima, Rosa Maria Scorese. Giuseppe Di Mauro, lo stalker assassino di 64 anni, con l’accusa di azioni persecutorie, è finito ai domiciliari della Rsa di Cassano della Murge. L’uomo, secondo le indagini della Procura, sarebbe tornato a tormentare i Scorese con lettere, messaggi, vocali, costringendo la famiglia ma soprattutto Rosa Maria a cambiare abitudini e stili di vita. Le molestie pare siano iniziate a giugno dell’anno scorso quando Di Mauro avrebbe inviato una lettera a una cugina di Rosa Maria, sua omonima, nella quale, come sottolinea la Gazzetta del Mezzogiorno, il 64enne scriveva della sua ossessione per Santa e una attenzione per i movimenti di sua sorella. Inoltre avrebbe sottolineato di averla uccisa con 4 coltellate e se Santa l’avesse pregato di non ucciderla, lui non lo avrebbe fatto. Dopo avrebbe cercato di contattarla sui social. Ma ciò che più ha creato sgomento è stata la richiesta da parte di Di Mauro di far “rinascere” Santa con la maternità surrogata in una presunta clinica americana. Di Mauro poi si è trasferito da Bolzano in una Rsa a Cassano delle Murge, poco distante da Palo del Colle. Così, dopo la denuncia di Rosa Maria Scorese, sono iniziate le indagini che hanno fatto emergere come Giuseppe Di Mauro, dopo tanti anni dall’omicidio, non fosse pentito da ciò che ha fatto, ma anzi mostrava una morbosa ossessione nei confronti della sorella della vittima. All’epoca dei fatti Di Mauro aveva una malattia psichiatrica e per questo la condanna fu il ricovero in un manicomio giudiziario fino alla libertà vigilata. Adesso le cose sono cambiate perché con il percorso riabilitativo si esclude possa non essere in grado di intendere e di volere. A Di Mauro è stato anche disposto il divieto di parlare con persone al di fuori della Rsa e l’uso di dispositivi elettronici e gli è stato applicato il braccialetto elettronico. Nel caso in cui dovesse non seguire le direttive, la pena sarebbe la carcerazione.