“Cerco un avvocato iscritto al gratuito patrocinio che possa aiutarmi a rivendicare un mio sacrosanto diritto, ma soprattutto che abbia il coraggio di mettersi contro un suo collega, il mio ex legale. E purtroppo mi serve un contatto nel giro di due o tre giorni al massimo”. Quella di Vito Papa è una corsa contro il tempo. La sua vita ha iniziato a precipitare ormai 17 anni fa. L’uomo aveva un’avviatissima agenzia di pratiche auto nella sua Mola di Bari. Tra i clienti tanti concessionari. Era così bravo, che all’epoca in cui non c’era ancora la digitalizzazione se volevi sbrigare qualche pratica in giro per l’Itala dovevi rivolgerti alla sua agenzia. A quei tempi il controllo del settore era competenza dell’allora Provincia di Bari, l’ente che ha di fatto chiuso l’attività di Vito Papa. Dopo un periodo di contrazione degli affari e uno sfratto, Vito trova un altro locale, ma la Provincia di Bari non lo autorizza nonostante i parerei favorevoli ricevuti dal Ministero dei Trasporti. Il commerciante si rivolge al Tar, ma soccombe, così si rivolge a un legale di fiducia per fare ricorso al Consiglio di Stato. Il tempo passa e Vito si insospettisce, ma l’avvocato ribadisce come per avere l’esito della sentenza ci vogliano addirittura alcuni anni. Invece Vito fa da sé e scrive al Consiglio di Stato. All’uomo viene confermata la notifica della sentenza e l’iscrizione alla cancelleria il 28 luglio del 2015. Il guaio è che sono decorsi i tempi per ricorrere alla sentenza, anch’essa sfavorevole. Nemmeno la Corte europea dei diritti dell’uomo può intervenire perché Vito non ha completato tutti e tre i gradi del giudizio. I rapporti con il legale si rompono e Vito si rivolge a un’avvocatessa di uno studio di Lucca. Denunciano l’avvocato, ma a febbraio scorso arriva l’ennesima condanna, questa volta anche a risarcire il legale. “Il danno e la beffa, mentre la mia vita sta andando a rotoli”. Vito ci ha chiamati perché non trova un avvocato disposto a guardare le sue carte, l’esito di anni e anni di lavoro e approfondimento, ma soprattutto a difenderlo contro il collega, che a suo dire lo ha privato del diritto di portare fino in fondo la sua battaglia giudiziaria, un disastro umano e professionale che lo ha portato a conoscere da vicino l’umiliazione e la depressione. “Non mi arrendo e spero di trovare qualcuno disposto a starmi accanto, qualcuno che davvero rispetti la deontologia e faccia il suo mestiere con il fine ultimo di arrivare alla verità”.
Lello e la tana delle tigri, lezioni di pulizia a Debora: a rischio il pranzo da Rocco
- di: Raffaele Caruso
[visualizzazioni_post]