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Asilo inagibile, lezioni trasferite da Poggiofranco a Mungivacca: bimbi restano senza scuolabus. L’ira dei genitori

19 Aprile 2023
– Autore: Raffaele Caruso
19 Aprile 2023
– Autore: Raffaele Caruso

“Oggi, per il secondo giorno di seguito, mio figlio non è potuto andare a scuola per colpa del comune, e della scuola stessa”. Inizia così la denuncia social di una mamma pubblicata su Facebook. “Vi racconto perché: lunedì, a seguito di un paio di giorni di copiose piogge in quel di Bari, la scuola dell’infanzia XXVI circolo, plesso Kennedy a Poggiofranco, è stata chiusa dopo l’intervento dei vigili del fuoco in quanto inagibile perché in parole povere ‘pioveva dal terrazzo’. Nei mesi scorsi molte segnalazioni sono state fatte dalla direzione all’amministrazione comunale, segnalazioni che ovviamente non hanno mai avuto riscontro. Siamo quindi arrivati alla situazione insostenibile e pericolosa che ha portato alla chiusura della scuola – si legge nel post -. La nostra dirigente ha cercato una soluzione tecnica, avendo a disposizione altri due plessi. Quello scelto (per motivi tecnici) si trova a Mungivacca, in un’altra circoscrizione. La direzione si attiva con il comune anche per organizzare un servizio di trasporto per limitare i disagi. Si accordano per uno scuolabus che prenda i bimbi alle 8.45 davanti alla nostra scuola, e li riporti alle 12.15 (anche qui, disagi per i genitori che hanno orari diversi e devono entrare prima o dopo a lavoro, ma in emergenza ovviamente cerchiamo di darci tutti una mano). La comunicazione della disponibilità del bus arriva alle ore 19. Quindi molti genitori si erano già organizzati per accompagnare i bimbi direttamente per la giornata di ieri. Adesso arriva il bello. C’è da ridere (per non piangere!)”.

“Ieri mattina il bus arriva puntuale alle 8.45, ma solo con l’autista e senza accompagnatore per i bimbi. L’autista non poteva prendersi la responsabilità di accompagnare i bimbi da soli, anche se la strada era poca – continua -. Allora alcune mamme (anche un pelino arrabbiate) hanno deciso di accompagnare i piccoli con il bus fino a scuola, anche per avere delucidazioni dalla preside. Fin qui, tutto bene, per modo di dire. La dirigente afferma che dal bus di ritorno e fino a che necessario ci sarà un collaboratore scolastico che accompagnerà i bimbi nel bus. Alle ore 14, arriva la mail: bus sospeso. Il Comune dice che l’accompagnatore deve essere fornito dalla scuola e ci da quasi la colpa perché “‘le famiglie si sono rifiutate di lasciare i bimbi da soli con l’autista, nonostante avessimo trovato una soluzione in tempi brevi’. La dirigente afferma che deve essere il Comune a fornire l’accompagnatore. Ora, io, che sono portavoce di tutte le famiglie coinvolte, da ieri pomeriggio sono in contatto con dirigente e amministrazione, e sinceramente sto perdendo il tempo e la pazienza per trovare una soluzione ad un problema causato da loro e alle loro divergenze, perché stanno facendo il solito braccio di ferro a chi la deve avere vinta sulla pelle delle famiglie e dei nostri figli”.

“Ad oggi il problema del bus non è stato risolto, quindi molti bambini sono impossibilitati ad arrivare o a tornare in una scuola di un’altra circoscrizione. Sono un po’ stanca di dover sempre combattere per avere qualcosa che mi spetta di diritto, perché se il disagio è causato dal Comune, il Comune deve risolvere il problema, in tempi brevi, senza litigare con la scuola e anzi, collaborare con loro per limitare al massimo i disagi per noi famiglie che già abbiamo i nostri piccoli disagi ogni giorno. Io non devo anche dire grazie a chi mi ha risolto il problema o chiedere un favore, o andare ‘dall’amico mio che lavora al comune’, in quanto è un mio diritto ricevere un servizio ed è diritto di mio figlio e di tutti gli altri bambini andare a scuola – conclude la mamma -. Oggi, nuovamente mi attaccherò al telefono fino a che non troveremo una soluzione perché le cose devono funzionare e devono funzionare bene, e siamo noi che nel nostro piccolo dobbiamo fare queste battaglie per far capire all’amministrazione e agli enti pubblici che fare il loro lavoro non è un favore che fanno a noi”.