Abbiamo letto con attenzione la replica di Bruno Botega su Facebook, ma per quanto ci siamo sforzati non siamo riusciti a leggere, neppure tra le righe, le semplici risposte alle nostre domande. In nessun modo abbiamo messo in discussione l’impegno politico di Botega, neppure che sia stato regolarmente assunto attraverso un concorso pubblico nella stessa azienda pubblica – ribadiamo pubblica, anche perché fosse stata privata non ce ne saremmo interessati – dove a più riprese lavorano anche altri 8 componenti della sua famiglia: la moglie, due fratelli di quest’ultima (quindi suoi cognati), uno zio, tre cugini e il compagno della mamma. Il fatto che il nostro lavoro, ironico per carità, ma sempre ancorato ai dati di fatto, possa essere strumentalizzato e circostanza che attiene all’utilizzo che ogni singolo lettore possa farne. Il nostro compito, il nostro dovere, è quello di raccontare la verità, di denunciare – inteso come rendere pubbliche – situazioni che possono rivestire un qualsivoglia interesse pubblico. Le assunzioni in un’azienda pubblica, per di più con una conclamata conoscenza personale dell’amministratore unico, non può che rivestire un carattere pubblico. Da Botega, al netto della difesa dei suoi principi e valori, personali e politici, avremmo semplicemente voluto apprezzare la trasparenza alle semplicissime domande che gli abbiamo posto. È vero che Botega e altri 8 componenti della sua famiglia sono assunti in Sanitaservice Asl Bari? È vero che è stato o è ancora un sostenitore della lista Con. di Fabrizio D’Addario? Insomma, domande legittime. Ciò che questo significhi non è nostro compito. Sta di fatto che giornalisticamente l’assunzione di 9 componenti di una famiglia all’interno di una società pubblica appare senza dubbio una notizia degna di nota. E quindi, nel tentativo di far tornare la memoria a Bruno Botega siamo andati a fare visita al bar della famiglia di sua moglie. L’accoglienza non è stata delle migliori. Evidentemente pur non essendoci nulla di male a vincere un concorso pubblico, sogno di centinaia di migliaia di giovani e meno giovani pugliesi e non, non siamo graditi. Ne prendiamo atto, ma ciò non toglie che continueremo a informarvi anche su alcune altre casualità elettorali, come l’altissima concentrazione di assunti e parenti di assunti in Sanitaservice Asl Bari nella lista presentata da Botega, facendovi ascoltare anche le reazioni di Giampaolo Romanazzi, il candidato sindaco interessato all’appoggio della grande famiglia. A Romanazzi abbiamo fatto i nostri auguri per un buon risultato elettorale, così come lo facciamo a Botega. Detto questo, però, nel caso fossimo ancora una volta accusati di essere al servizio di questo o quell’altro avversario politico, saremo costretti in egual modo a difendere la nostra indipendenza nelle sedi opportune.
LA REPLICA DI BOTEGA – “Sono stato intervistato da un giornalista e colto alla sprovvista non sono riuscito ad esprimere bene il mio pensiero. Nell’intervista mi sono stati maliziosamente ed artatamente attribuiti ruoli e responsabilità che non mi appartengono in alcun modo. Chi mi conosce sa che sono solo un onesto lavoratore e che la mia attività lavorativa ha preceduto (e non seguito) l’impegno politico giunto a coronamento della professionalità e dedizione che si è tradotta successivamente in un ampio consenso elettorale. E’ certamente questo il dato che più infastidisce e indispone una certa parte politica che pur conoscendomi appieno e consapevole delle mie potenzialità, contava molto sulla mia adesione ad altro schieramento politico per trarne un vantaggio elettorale. E che oggi, venuta meno questa opzione, si vendica infangando la mia persona ed i miei familiari, senza avere alcun elemento concreto per attaccarmi, non essendo mai stato coinvolto in alcun procedimento giudiziario. Condizione che, com’é noto, a Valenzano, non tutti possono vantare. Purtroppo le strumentali speculazioni e sciacallaggio mediatico che ne stanno derivando danneggiano l’onorabilità mia e della mia famiglia, onorabilità che intendo difendere nelle sedi opportune”.
Non avendo risposte, nel video abbiamo confuso la suocera di Botega con la cognata, ma comunque il discorso non cambia e non fa una piega. Ci scusiamo nell’averla confusa con una delle figlie, ma in una grande famiglia dove le risposte vengono taciute ci si può confondere.