Antonia ha 35 anni e due figli avuti con due uomini diversi. Una bimba di 5 anni e l’ultimo di 9 mesi. Il più piccolo è cieco, ha un ritardo psicomotorio che gli ha consentito di ottenere l’invalidità. Purtroppo, però, il papà non lo ha riconosciuto e Antonia sta cercando di ottenere il riconoscimento per riuscire a completare tutti gli esami che consentirebbero di capire se il bimbo ha altre patologie. Serve il sangue del padre. Per un lungo periodo Antonia ha vissuto a casa di alcuni familiari, che hanno fatto tanto per loro, ma sabato scorso è andata via di casa. Loro, infatti, lavorano di notte e non riescono a riposare a causa del pianto dei bimbi. La prima notte sono rimasti a dormire in macchina, dal giorno dopo, un’amica di Antonia, anche lei in grande difficoltà l’ha comunque accolta in casa dandole una grossa mano. Antonia non vuole soldi, nessuna elemosina, solo un tetto sulla testa per i propri figli. A dicembre e gennaio scorsi è stata a un passo dall’ottenere un’emergenza abitativa, ma poi non è stato più possibile. Bari sta vivendo una grande criticità, 400 famiglie sono nell’elenco dell’emergenza abitativa e tra maggio e giugno dovranno essere eseguiti 36 sfratti. Il Comune è in grande difficoltà e sta chiedendo al Prefetto la possibilità di graduare gli sfratti, valutare caso per caso. Abbiamo sentito l’assessore Vito Lacoppola e nelle prossime ore, col fascicolo di Antonia, ci informerà in maniera dettagliata della sua situazione e su tutti i possibili sviluppi. Nel frattempo un imprenditore barese si è fatto avanti e sarebbe disposto a pagare una eventuale sistemazione per lei e i suoi due figli piccoli. Quindi ci faremmo da garanti di un eventuale affitto. Non serve una reggia, ma una casetta, una delle migliaia lasciate vuote. Speriamo possiate accogliere l’appello di Antonia.
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- di: Raffaele Caruso
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