“Se la popolazione non si fa intimidire, la mafia non può lavorare. Per questo è importante investire nell’antimafia sociale e in progetti che la sponsorizzano. In questo la Puglia è la prima in Italia, con oltre 30 milioni investiti in questo settore”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo la presentazione del docufilm ‘La mafia ha paura – Storia di un sud che può vincere’ di Marco Agostinacchio, presentato in anteprima nazionale a Bari nella sala cinematografica dell’Apulia Film Commission.
“La mafia non riguarda solo i suoi protagonisti. Quando accadono tragedie come quella di Anna Rosa Tarantino, di Michele Fazio e dei fratelli Luciani a San Marco in Lamis, la gente si accorge che queste vicende riguardano anche la società civile. Sono fatti di tutti, anche quando non ci toccano direttamente”, sottolinea Francesco Giannella, procuratore aggiunto e coordinatore della Dda di Bari.
“Magistratura e forze dell’ordine – ha aggiunto Giannella – non sono sufficienti: mettere in galera le persone e fare attività di repressione è necessario, ma non sufficiente. È importante capire che sono fatti nostri anche prima che avvengano le tragedie. Occorre comprendere perché certe cose accadano, per provare a sconfiggerle”. “In alcune zone del territorio pugliese – ha rilevato – le mafie hanno acquisito una maturità tale per cui sanno che sparare non serve più, perché attira solo attenzione. A Cerignola, ad esempio, non accade nulla, perché c’è una realtà criminale potentissima e integrata nel tessuto sociale, e i reati avvengono al di fuori del comune. Anche nel Barese ci sono realtà apparentemente esenti dal fenomeno criminale in cui, invece, la presenza mafiosa è molto profonda”.