Siamo tornati da Francesco Lezzi, il gladiatore del Libertà, dopo il post pubblicato qualche giorno fa sul suo profilo Facebook. Lo abbiamo intervistato per fare chiarezza sulle sue parole e per parlare in generale del pugilato pugliese e italiano in crisi.
“Stavo pensando che sono tesserato con FPI da più di 20 anni, e sono 10 anni che sono un professionista. La Federazione non mi ha mai chiamato per sapere se mi servisse qualcosa, se stavo bene, non mi ha mai chiamato per un ritiro insieme ad altri pugili pro, non mi ha mai chiesto se mi servisse un nuovo paio di Guanti o un nuovo paradenti, o dei semplici bendaggi, o magari un rimborso benzina, per le spese di viaggio, o magari un rimborso spese per ammortizzare allestimento degli eventi – si legge nel post -. Piccolezze che però fanno sentire il pugile parte di una società e di una federazione, e lo fanno sentire coccolato. Io non ho mai avuto questa fortuna, ma il Pugilato è il mio Amore, e continuo a farlo da solo senza l’aiuto di nessuno, o forse di qualche vero amico. Chiedetemi pure cosa significa fare il pugilato dalle mie parti, non passate ad essere professionisti perché io oggi mi sento abbandonato da FPI. Se non avessi fatto match all’estero oggi non avrei avuto nulla e avrei abbandonato già da un pezzo, come la triste realtà di altri pugili pro (in Puglia). Non fate il pugilato pro in Italia, andate all’estero. In federazione non frega nulla a nessuno, infondo noi siamo solo un numero”.