È stato sottoscritto oggi dal presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano, dall’assessore alla Sanità Rocco Palese e dall’assessora al Welfare Rosa Barone l’accordo con i sindacati Cgil, Cisl e Uil in materia sanitaria e di welfare. Presenti anche il vicepresidente e assessore al Bilancio Raffaele Piemontese, i direttori di dipartimento Valentina Romano e Vito Montanaro e i direttori generali di Asl e aziende del servizio sanitario regionale. L’accordo prevede di attivare un tavolo con l’Assessorato alla Sanità per individuare interventi finanziari, economici e di innovazione organizzativa mirati a realizzare investimenti nelle eccellenze sanitarie, nelle risorse umane, nell’innovazione tecnologica e infrastrutturale, nei modelli dell’organizzazione sanitaria territoriale sia qualitativa che quantitativa dell’offerta sanitaria intra-territoriale ed intra-regionale. Inoltre, si prevede di attivare, con il coordinamento dell’Assessorato alla Sanità, i tavoli aziendali con i Direttori Generali per monitorare il rafforzamento della sanità territoriale attraverso i servizi forniti dai PTA, dagli Ospedali di Comunità e dalle Case di Comunità, svolgendo un’azione di verifica dell’attuazione del PNRR e del relativo personale da destinare alle nuove strutture. Con l’accordo firmato oggi si dovrà anche avviare quanto prima – congiuntamente all’Assessorato al Welfare – il tavolo di concertazione e contrattazione sociale per la più efficace predisposizione degli atti di programmazione regionale e al loro pieno coordinamento con gli altri atti di programmazione (Piano Regionale Politiche Sociali 2022-2024) per l’adozione del Piano regionale delle Non Autosufficienza e Invecchiamento Attivo. Secondo l’accordo firmato oggi, i dati Istat sull’aumento dell’invecchiamento della popolazione pugliese richiedono uno specifico approfondimento. Pertanto si rende necessario rafforzare i tavoli ai vari livelli della contrattazione sociale e sanitaria per individuare ogni strumento utile ad irrobustire la rete di servizi, anche in relazione alla attuazione di quanto previsto dalle misure del PNRR e del relativo personale per far fronte alla domanda di cure degli anziani. Per questo si dovrà definire un “piano straordinario delle assunzioni” del personale sanitario, tecnico e amministrativo, per risolvere la carenza organica rilevata su tutto il territorio regionale, che vada a colmare il gap ad oggi esistente tra la nostra regione e altre regioni dal territorio nazionale, che vedono a parità di abitanti riconosciuta, nell’ambito del riparto nazionale, una quota superiore del Fonfo sanitario nazionale (FSN).
LE LISTE DI ATTESA – Inoltre, la mozione approvata dal Consiglio Regionale per l’abbattimento dei tempi delle liste di attesa e la messa a disposizione di un budget di 30 milioni di euro per allungare i tempi di attività delle strutture fino alle 24 e nei giorni festivi, impone di attivare un tavolo in ogni Ente e Azienda Sanitaria pubblica per la organizzazione del servizio e per fissare i tempi di inizio nell’ambito della ridefinizione di un “progetto regionale per l’abbattimento delle liste di attesa”, individuando ulteriori specifiche misure di intervento per abbattere i tempi di attesa, con l’affidamento di obiettivi di risultato per le diverse prestazioni sanitarie. Il progetto deve prevedere il monitoraggio trimestrale dei risultati ottenuti da parte dei Direttori generali degli Enti e Aziende sanitarie, in apposite sessioni di confronto con le sopra citate Organizzazioni sindacali confederali, prevedendo incentivi ma anche “penalità” in capo ai responsabili di progetto e di misura; vanno, contestualmente monitorate e verificate le dinamiche relative all’attività libero professionale intramoenia del personale sanitario impegnato nel progetto per l’abbattimento dei tempi di attesa, con la previsione anche in questo caso di interventi sanzionatori, da irrogare qualora ai responsabili dipartimentali o di struttura complessa siano stati forniti risorse e strumenti utili a raggiungere gli obiettivi “negoziati di progetto”, tanto per evitare le distorsioni rilevate nel rapporto tra volumi di prestazioni rese in regime istituzionale e quelle rese in attività libero professionale intramoenia. Infine si dovrà rafforzare la centrale unica degli acquisti in sintonia con le scelte dell’amministrazione regionale affinché si arrivi ad un risparmio della spesa di beni, servizi e farmaceutica.
“Ringrazio – ha detto nell’occasione il presidente Emiliano – Cgil, Cisl e Uil per avere, in un momento molto complesso per il bilancio sanitario italiano e non solo pugliese, offerto collaborazione, approfondimento comune e suggerimenti per rendere meno grave il fatto che nonostante le esperienze della pandemia, il governo centrale, appena l’emergenza è finita, ha ricominciato a lesinare sull’aumento dei costi in sanità. Il governo ha ricominciato quindi a risparmiare sulla sanità. Lo hanno fatto limitando il rimborso delle spese Covid, soldi che ci devono e non ci rimborsano. Hanno lesinato sull’aumento dei costi energetici, che sono stati pazzeschi e hanno creato moltissime difficoltà, hanno lesinato sulla possibilità di assumere nuovo personale per far fronte alle liste di attesa che si erano accumulate nel tempo, hanno stanziato somme insufficienti per pagare gli straordinari per il recupero delle liste di attesa. Non ci hanno dato i soldi per i contratti sia dei medici che del comparto, perché hanno rifatto i contratti in aumento degli stipendi e le somme relative a questi aumenti non sono state messe a disposizione delle regioni. L’aumento del fondo nazionale quest’anno è stato solo di due miliardi di euro, quello minimo per non andare totalmente in default. Tutte le regioni quindi hanno dovuto utilizzare gli avanzi vincolati di bilancio dei vari settori: e quindi chi parla di tagli alla sanità in Puglia dice una cosa non corretta. Tutti gli altri settori della Regione stanno facendo sacrifici per mantenere inalterato il funzionamento sanitario. Il Governo, non avendo soldi da darci, ci ha concesso di utilizzare gli avanzi vincolati, che contabilmente avremmo dovuto tenere nei settori di competenza. Siamo riusciti a recuperare queste somme, esattamente come hanno fatto molte altre regioni, e siamo riusciti a chiudere il bilancio in equilibrio. È chiaro che in futuro procedere così sarà insostenibile e avere il sostegno del sindacato per noi è importantissimo. Perché queste sono vertenze nazionali, non pugliesi, sulle quali bisogna dire chiaro ai cittadini che nella situazione in cui il Governo nazionale si trova non è in condizione di sostenere il diritto alla salute di tutti gli italiani. Se è una cosa che va bene agli italiani e gli italiani sono contenti di risparmiare sulla sanità, ci dovremo adeguare per il principio di sovranità. Se gli italiani viceversa sono contrari, è necessario che in tutti i luoghi in cui si possono esprimere – e il sindacato è uno di questi – facciano presente il loro dissenso. E chiedano ciò che sembrava scontato il giorno dopo la fine della pandemia e cioè che si sarebbe cambiato registro sugli investimenti in sanità. Anche perché gli investimenti in sanità sono investimenti che rendono molto anche dal punto di vista economico, perché ricadono sui territori: gli otto miliardi che la sanità pugliese costa, sono soldi che sono spesi in Puglia, un tonico per l’economia. Poi c’è l’altra partita: dove sta scritto che la sanità pugliese a parità di abitanti con l’Emilia Romagna debba avere 400 milioni in meno dal fondo sanitario nazionale? O 25mila dipendenti in meno? O la metà degli ospedali? O la metà delle Rsa? Abbiamo chiesto solidarietà e l’abbiamo ottenuta dai sindacati nazionali e dobbiamo aprire questa grande vertenza basata sull’articolo 3 della Costituzione per il riequilibrio e l’uguaglianza di tutti davanti al diritto alla salute. Questa è oggi l’intesa che viene firmata con i sindacati pugliesi, ma è una battaglia nazionale che assieme ad altre regioni del Mezzogiorno porteremo avanti fino all’ultimo”.
“Siamo contenti di questo nuovo accordo che vede insieme, nel solco della responsabilità e della visione, i sindacati e la parte territoriale della sanità pugliese, con le Asl e i Dg dei Policlinici. Un accordo per poter dare una visione integrata sociale e sanitaria per poter migliorare la vita dei pugliesi con lo stesso obiettivo e la stessa responsabilità”, le parole dell’assessora al Welfare, Rosa Barone.
Secondo l’assessore alla Sanità, Rocco Palese “oggi si è sottoscritto un accordo con le organizzazioni sindacali, una base di partenza per affrontare una situazione estremamente difficile e complicata del servizio sanitario regionale, dovuto al sottofinanziamento nazionale e dovuto alle tante situazioni emergenziali. Noi riteniamo che la strada sia quella di fare squadra con le parti sociali per poter cercare, in tutte le maniere, di rendere sempre più efficiente ed efficace il nostro servizio sanitario regionale”.
Per il vicepresidente e assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese, “siamo riusciti a evitare che i pugliesi pagassero maggiori tasse e che ci fossero tagli e, con oggi, avviamo una fase di monitoraggio stretto e continuo sulla sanità pugliese affinché sia effettivamente garantito a tutti i cittadini il diritto alla salute. Partiranno a breve i confronti su scala territoriale con riunioni di lavoro operative allargate alle organizzazioni sindacali perché è giusto che chiunque se ne occupa risponda dei vari passaggi che stanno accompagnando la trasformazione della sanità italiana dopo la tempesta della pandemia”.