“È stata un’emozione forte perché è sempre stato il suo sogno. Ha sempre guardato Amici da quando è piccolo. Sono stata fredda ieri, ma mi emoziona tanto ricordare il vissuto di Mattia”. Esordisce così ai nostri microfoni Giulia, la mamma di Mattia Zenzola, il vincitore dell’edizione 2023 di Amici. Il giovanissimo ballerino di Valenzano ha battuto nella finalissima di ieri sera Angelina, Wax e Isobel. La finale è stata seguita dalla sua famiglia, dagli amici e dai suoi fan sul grande schermo dell’AncheCinema in un evento organizzato dal liceo Di Cagno Abbrescia, frequentato dallo stesso Mattia. Una vittoria emozionante visto che l’anno scorso il ballerino ha dovuto ritirarsi a un passo dalla finale di Amici 2022 a causa di un grave infortunio. Una rivincita ottenuta anche grazie al suo professore Raimondo Todaro.
“Con Mattia ne abbiamo passate di tutti i colori, a partire dal parto. Sono una persona cattolica e il nome Mattia l’ho scelto perché significa dono di Dio – continua -. L’ho messo al mondo e lui il mondo me l’ha regalato. Mi ha portato in giro per il mondo e lo devo ringraziare perché sono una mamma qualunque. Io non ho mai smesso di credere in questo sogno, neppure dopo l’infortunio. Lui un po’ sì, a ridosso della nuova edizione il piede sembrava ancora non riprendersi. Ha confessato a qualcuno che la sua vita sarebbe finita se non avesse ripreso a ballare. Abbiamo incontrato diversi dottori, due in particolare che gli hanno trasmesso la forza. È partito poi con un grande punto interrogativo. A Todaro si deve tanto, è il suo mentore, è il suo tutor. Non vedeva l’ora di tornare in quella scuola grazie a lui, oltre alla redazione e a Maria. Ora viene il difficile, ci sono tante persone che hanno vinto Amici e poi si sono perse. È il momento di fare le scelte giuste, lui deve essere protagonista della sua vita”.
“Voglio dare un messaggio ai giovani. Continuate a sognare, non è vero che ce la fa solo chi è raccomandato – conclude -. Devo ringraziare il talent di Amici, è una scuola che dà tanto anche come percorso di crescita. Noi siamo la testimonianza che i sogni esistono, bisogna crederci e lottare. Il sogno è come un palloncino. Lo hai legato, a volte il filo scappa, a volte lo afferri ma diventa un filo spinato e devi stringerlo sempre più forte per lottare e volare con lui”.