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Università di Bari, sigillo d’oro al premio Nobel Parisi. Lectio magistralis: “Fiducia nella scienza rischia di diminuire”

16 Maggio 2023
– Autore: Raffaele Caruso
16 Maggio 2023
– Autore: Raffaele Caruso

“Sono legato a questa università dall’amicizia con tanti colleghi e da tante collaborazioni”. Con queste parole il premio Nobel per la Fisica 2021, Giorgio Parisi, questo pomeriggio ha ringraziato l’università Aldo Moro di Bari il cui rettore, Stefano Bronzini, gli ha consegnato il Sigillo d’oro. Lo scienziato è stato accolto con un grande applauso e una standing ovation. Subito dopo ha cominciato la sua lectio magistralis dal titolo ‘Scienza e pace’.

“È importante che le università del Sud si sviluppino – ha detto – e quella di Bari sta facendo un ottimo lavoro sulla ricerca scientifica e sulla qualità dell’insegnamento”. Parisi ha affrontato il tema del legame fra scienza e pace, spiegando che la prima è “una grande scalinata, che sale verso l’alto con gradini non finiscono mai”, mentre gli scienziati “si divertono in questo grande puzzle che è la scienza”. Parisi ha ripercorso le evoluzioni più recenti, evidenziando che oggi “stiamo affrontando un periodo di pessimismo verso il futuro causato da guerra, inquinamento e crisi economica. Il mondo – ha aggiunto – è pieno di guerre che ci siamo dimenticati perché sono lontane da noi. E lo era già prima che scoppiasse il conflitto in Ucraina”.

“È in corso la diffusione di tendenze anti scientifiche, la fiducia nei confronti della scienza rischia di diminuire”, ha continuato Parisi. Il fisico ha anche rilevato come la scienza sia per sua natura contraria ai nazionalismi. “Le tragedie avvenute durante il Covid lo dimostrano: molte persone si sono rifiutate di curarsi, o lo hanno fatto troppo tardi, a causa del rifiuto della scienza ufficiale”. Per Parisi la responsabilità è “dell’arroganza di alcuni scienziati o di alcuni divulgatori che presentano la scienza come una magia inaccessibile” e ha osservato che l’antidoto contro “l’erosione della fede nel progresso” è “la profonda conoscenza della scienza”. Parisi ha quindi osservato che “la scienza, specialmente nel secondo dopoguerra, ha contribuito a spingere per la pace, per la miriade di trattati sul controllo degli armamenti nucleari e, quindi, ha fatto un enorme lavoro”. Il Nobel ha quindi messo in guardia dal pericolo che “anche la politica possa voltare le spalle alla scienza per inseguire il consenso” e, a margine dell’evento, ha rilevato che “la scienza è un’impresa sovranazionale, non guarda ai nazionalismi, non guarda alla casacca, al colore di chi fa le cose, è un punto di partenza per fare imprese fondamentali anche per costruire rapporti fra Paesi in cui i governi, a volte, si guardano in cagnesco”. Di per sé, ha aggiunto, “le tecnologie normalmente sono neutre: spetta agli esseri umani decidere in che direzione muoversi e fare le cose”.