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Asl Bari, il caso Romanazzi. Padre e figlio colleghi: moglie e nuora gli puliscono l’ufficio

19 Maggio 2023
– Autore: Antonio Loconte
19 Maggio 2023
– Autore: Antonio Loconte

La storia di Bruno Botega e della sua famiglia, i nove assunti dopo aver vinto un regolare concorso pubblico alla Sanitaservice Asl Bari, ha aperto uno squarcio su come si possa, con impegno e dedizione, riuscire a trovare il posto fisso. Niente di illecito, ma certamente si tratta di storie che vanno evidenziate. In queste settimane abbiamo ricevuto decine di segnalazioni di tante famiglie pugliesi con la stessa fortuna e lo stesso impegno di Bruno Botega e dei suoi familiari. Una di queste storie arriva dal distretto Asl di Putignano. Siamo al San Michele di Monte Laureto, dove qualche tempo vi avevamo raccontato la storia della fornitura delle ambulanze, per incontrare Franco Romanazzi, sindacalista Uil e colonna portante dell’area tecnica di tutta la Asl di Bari e ormai alla viglia della pensione. Franco Romanazzi ci è venuto incontro sapendo che lo stavamo cercando. Era nel suo giorno di ferie, ma come ha spesso fatto e coma ha già annunciato al suo dirigente farà ancora, era lì per dare una mano in un momento di difficoltà. Lavora nella stessa area, e nello stesso ufficio, il figlio Manuel, anche lui vincitore di diversi concorsi pubblici che alla fine ha accettato di lavorare per la Asl e causalmente è finito nell’area del padre che ha potuto trasferire le sue conoscenze al nuovo assunto. Fin qui niente di particolarmente strano anche perché, in questo caso come Bruno Botega, Manuel è un vincitore di regolare concorso. La cosa curiosa, che ci sembra interessante sottolineare, è che la moglie di Franco Romanazzi, quindi mamma di Manuel, e la nuora di Franco Romanazzi, moglie di Manuel, lavorino nella stessa area per Sanitaserivce e siano loro a far trovare l’ufficio pulito ai familiari. Ance in questo caso si tratta di un lavoro ricevuto con tutti i crismi della legittimità, ma è interessante sottolineare come in un momento di difficoltà ci siano persone che hanno la fortuna di poter condividere molte ore di lavoro insieme ai propri familiari. Sul posto, però, siamo venuti a conoscenza di un altro fatto, che a nostro avviso va egualmente sottolineato. Franco Romanazzi ha in uso una vecchia Fiat Punto bianca immatricolata Asl Bari, un’auto che a vederla non sembra essere dell’ente pubblico perché non riporta alcun fregio o logo da nessuna parte, come invece qualsiasi altro mezzo dell’ente pubblico. Franco Romanazzi, nel giorno del nostro incontro, era in ferie ma è arrivato a lavoro per dare una mano a risolvere il problema a bordo di questa auto. Quindi ci siamo chiesti come possa essere che il dipendente in ferie abbia a disposizione l’auto aziendale. A quel punto, Romanzzi era in difficoltà perché non sapeva come tornare a casa e abbiamo così aiutato il dipendente pubblico a tornare a casa dando noi stessi un passaggio. Durante il viaggio, da San Michele di Monte Laureto a Putignano, abbiamo avuto modo di fare altre chiacchiere, ovviamente registrando con la telecamera. Romanazzi ci ha detto che probabilmente qualche volta ha sbagliato, ma di fatto che non renda questo illecito la non consuetudine dell’utilizzo di un’auto pubblica. Il problema è che ha tenuto con se le chiavi dell’auto parcheggiata in un parcheggio esterno alla struttura, da un lato lasciando incustodita la vettura pubblica e dall’altro non permettendo di poterla utilizzare a qualche altro dipendente che non era in ferie e poteva usare per fare servizi per conto della Asl Bari. Tra l’altro, arrivando di corsa, Romanazzi ha parcheggiato l’auto occupando un posto per disabili. Questo ha creato notevoli disagi che abbiamo tentato di far notare al dipendente e in qualche modo gli animi si sono scaldati perché non riuscivamo a trovare una visione comune. La morale della favola è che con l’impegno e con la dedizione si può arrivare ad ottenere il posto fisso, che con un pizzico di fortuna si può anche condividere questo posto fisso o il luogo di lavoro con i propri familiari e questo, come suggerito dalla moglie, da noi intervistata, è fonte di arricchimento personale che ti consente di raggiungere obbiettivi importanti. Alla Asl invece, soprattutto al direttore Antonio Sanguedolce, al responsabile del distretto e a tutti i dirigenti, consigliamo di mettere loghi e fregi su tutte le auto vetture, in modo tale da non ripetere altri errori commessi in passato, vedi il caso Labate, e contestualmente evitare di dare a chicchessia la possibilità di credere di poter utilizzare l’auto aziendale per qualsiasi scopo. Continuate a segnalarci eventuali situazioni analoghe perché, in un momento di così grande difficoltà economica e lavorativa, in cui il posto fisso è ritenuto la panacea di tutti i mali, ci sembra doveroso sottolineare la storia di quelle famiglie che sono riuscite a farcela.