“L’obbligo del possesso del super green pass anche per le semplici veloci consumazioni al banco fa infuriare soprattutto i baristi ma anche i titolari di pizzerie e tavole calde della Provincia Barletta Andria Trani”. A dare voce alla contrarietà del provvedimento è il presidente dell’Unibat, Savino Montaruli.
“Ormai siamo alla lotteria della follia – continua -. Se dovessimo conteggiare tutti gli adempimenti impropriamente scaricati sui Pubblici Esercenti: dal controllo dei documenti per il divieto di somministrazione di bevande alcoliche ai minori fino al divieto di fumo passando per il controllo del tasso alcolemico degli avventori ma anche del loro comportamento ai fini della sicurezza alimentare, allora si dovrebbe smettere di fare i commercianti e diventare sostituti delle Istituzioni e dello Stato il quale, peraltro, è socio al 68% senza dare nulla in cambio se non incassare tasse, tributi ed imposte. L’entrata in vigore delle nuove norme sull’obbligo di super green pass anche per le consumazioni di pasti e bevande al banco, a cominciare dal semplice consumo di un caffè, è la chiara dimostrazione di come si voglia propagare un clima di tensione insostenibile e vessatorio”.
“Il legislatore non si rende conto che nella sola Provincia Barletta Andria Trani sono molte centinaia di migliaia i caffè somministrati al banco in una sola giornata e i baristi non possono continuare ad essere i vigilantes, i controllori, anche per motivi di sicurezza e pubblica incolumità visto che spesso gli avventori che non vogliono essere sottoposti a controlli diventano violenti – spiega -. Un decreto approvato il giorno prima di Natale, in pieno clima di movida della Viglia con città come quella di Andria ed altre trasformate in una bolgia infernale incontrollata. Imporre questo adempimento è stato come sferzare un colpo alle piccole imprese che peraltro non hanno neppure la possibilità di assumere altro personale da destinare a tali ruoli impropri”.
“Nonostante la gravità della situazione assume ancor più curiosità la totale assenza di presa di posizione di chi dovrebbe tutelare e difendere la Categoria a tutti i livelli, come noi facciamo – conclude -. Questi silenzi hanno il sapore di una resa, di una rassegnazione o peggio di una complicità al limite dell’indifendibile”.