Alcuni di loro sono stati torturati in Libia, davanti ai loro figli, sono stati giorni in mare aperto senza acqua e ne cibo. Questi sono alcuni dei retroscena che i migranti della Geo Barents hanno vissuto prima di attraccare a Bari. I 605 sono stati salvati dalla nave di Medici senza frontiere al largo della Sicilia. Le prime 46 persone che hanno bisogno di cure sono già a terra e le operazioni proseguiranno con minori, famiglie e adulti che viaggiano da soli. Centoquindici i minori presente, dei quali 111 non accompagnati. “I bambini sono sollevati – ha sottolineato Fulvia Conte, responsabile soccorsi – perché finalmente sono in un posto sicuro insieme alle proprie famiglie. Avranno però bisogno di cure sia mediche che psicologiche, perché sono stati testimoni e vittime di situazioni drammatiche. La maggior parte dei più piccoli, però, almeno fisicamente sta bene”. “Qualcuno ha parenti in Europa, altri sono partiti senza destinazioni precise per fuggire da posti che sono comunque peggiori del mare. Quello del Mediterraneo è il tratto più letale al mondo, ma per chi parte è comunque più sicuro del posto che lascia”. Le operazioni di soccorso sono state difficili proprio per il gran numero di persone trovare sul peschereccio. I migranti provengono da Siria, Bangladesh, Palestina, Egitto e Pakistan.
Lello e la tana delle tigri, lezioni di pulizia a Debora: a rischio il pranzo da Rocco
- di: Raffaele Caruso
[visualizzazioni_post]