L’edizione 2023 del Giro d’Italia delle Cure Palliative e Pediatriche ha fatto tappa a Bari presso il Palazzo Ex Poste. Dopo il grande successo della passata edizione e l’inaugurazione dello scorso 15 maggio a Roma al Ministero della Salute, il tour torna nel capoluogo pugliese con l’obiettivo sempre di promuovere la conoscenza delle Cure Palliative Pediatriche (CPP) tra i cittadini e sensibilizzare i professionisti sociosanitari e le istituzioni sul tema, al fine di rendere operative le Reti di CPP in tutte le regioni italiane. Anche noi di Quinto Potere abbiamo presenziato all’evento, anche perché la nostra casetta potrebbe abbracciare questo importantissimo e delicato argomento.
“Bari è stata scelta per la seconda volta come tappa del nostro giro, le cure palliative e pediatriche sono un diritto dei bambini. Non tutte le Regioni sono a norma, tra cui la Puglia. Il nostro obiettivo è quello di creare informazione e divulgazione dei criteri, per sfatare i falsi miti delle cure palliative e pediatriche – spiega la dott.ssa Paola Moliterni, anestesista e rianimatore della Terapia Intensiva dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII e medico volontario per il progetto pilota ‘A casa mi piace di più’ per le cure palliative pediatriche specialistiche -. Si può migliorare la vita dei bambini che hanno patologie curabili e quella dell’intero sistema che lo circonda. Iniziamo ad avere risposte importanti, è faticoso come lavoro ma non demordiamo. Il prima possibile la Regione Puglia, visto che la legge lo prevede, deve costituire la rete delle cure palliative e pediatriche che prevede uno o due centri di riferimento a Bari e Lecce, con hospice pediatrici e con la presa in carico di tutti i bambini del territorio. Presto verrà istituito un tavolo tecnico e probabilmente il Pediatrico di Bari può essere la sede di tutto questo, non posso dare la certezza al momento ma manca poco”.
“Queste cure ci danno un supporto psicologico, noi genitori a volte siamo stanchi – racconta Monica, la mamma di Giovanna -. Assistono i nostri bimbi, sono i primi a venirci incontro quando ci sono difficoltà. Per noi è molto importante. I bambini possono essere seguiti a casa e vivono nell’ambiente familiare, anche in condizioni particolari”.