Lo sanno tutti che all’esterno del Sert di Lecce, proprio di fronte a una scuola il lunedì, mercoledì e venerdì c’è un fiorente traffico di metadone e altra “roba”. In tanti sono preoccupati e ci hanno chiesto di smascherare lo spaccio. A quel punto ci siamo finti bisognosi e siamo andati all’esterno della struttura.
Stranieri, con accento barese – che a Lecce non è proprio sinonimo di buona accoglienza – abbiamo iniziato a guardare, a comprendere i movimenti dei tanti tossicodipendenti. “Stai tranquillo perché prima o poi lo trovi uno che te lo vende”, la rassicurazione è stata generale. Abbiamo fermato una decina di persone, qualcuno ci ha invitato a seguirlo per procurarcelo, ma la diffidenza verso chi vedevano per la prima volta è stata una costante.
Non è mancato chi si è fatto avanti, proponendoci metadone o altra mercanzia, ma alla fine abbiamo assistito allo spaccio sotto ai nostri occhi. Un utente del Sert ha ritirato la boccetta contenente la sostanza e l’ha ceduta per 15 euro a un altro tossicodipendente, arrivato da fuori con lo scooter perché la sua dose la ritira in un Sert appena fuori Lecce. A quel punto offrendo 50 euro ci ha volentieri ceduto il metadone. Un giro troppo evidente per non essere noto a chiunque, anche a chi lavora nella struttura sanitaria.
Il traffico è stato segnalato decine di volte, in alcune occasioni le Forze dell’Ordine sono intervenute, hanno anche fatto scattare denunce e arresti, ma evidentemente senza riuscire a mettere un freno. Il Sert è circondato dalle telecamere, ma appena fuori dal muro di cinta il passaggio di soldi e boccette è fiorente. Provocatoriamente siamo entrati per restituire il flaconcino al medico di turno, che ha confermato quanto ci era stato denunciato e di conseguenza abbiamo verificato.
A quel punto, con il metadone in mano l’unica cosa che restava da fare era andare dai Carabinieri. Una segnalazione obbligatoria, che adesso rischia di costarci una denuncia per aver acquistato la sostanza al mercato nero, esattamente come successe 5 anni fa quando in piazza Umberto, a Bari, acquistammo l’hashish che andammo a portare ai poliziotti locali, militari e carabinieri del presidio “Strade Sicure”.
In tutta questa vicenda resta la fiorente attività di spaccio di metadone proprio all’esterno della struttura pubblica che lo consegna a chi è sotto terapia. E succede proprio davanti a una scuola, in mezzo agli sguardi increduli dei passanti. Neppure nascondersi dietro un’auto o all’angolo della strada rende meno paradossale quanto accade con la consapevolezza di tutti.