È stato un commando formato da almeno quattro persone ad agire la sera del 14 giugno nell’agguato a Squinzano, in provincia di Lecce, dove ha perso la vita il 42enne Luigi Guadadiello, davanti al figlio di 10 mesi, alla compagna e ai due familiari. L’uomo è stato raggiunto da almeno due proiettili mentre si trovava vicino alla sua abitazione. La vittima era stata condannata a 16 anni di reclusione per avere ucciso con due coltellate al cuore nel 2008 il presunto responsabile di una violenza sessuale nei confronti della sua compagna, all’epoca 21enne. Aveva anche precedenti penali per associazione di stampo mafioso e spaccio di sostanze stupefacenti.
Secondo le ultime ricostruzioni sono due i killer che hanno aperto il fuoco, mentre due complici hanno atteso i primi a bordo di un’auto di grossa cilindrata di colore scuro. I sicari hanno aspettato che la vittima uscisse dalla sua abitazione, lo hanno seguito per una ventina di metri e hanno esploso i colpi di pistola con il volto coperto da un passamontagna. Una dinamica ricostruita soprattutto grazie alle testimonianze della compagna e dei parenti. L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti è che l’omicidio sia maturato negli ambienti della criminalità. Disposta intanto l’autopsia, l’esame verrà eseguito venerdì 16. Il giorno dopo potrebbero invece essere celebrati i funerali.