“Per noi è una consolazione sapere che mio figlio vive negli occhi di altre due persone”. Franca e Domenico Covelli sono i genitori di Francesco, morto a 40 anni qualche settimana fa a Spinazzola, nella provincia Barletta-Andria-Trani, dopo due anni di terapie e cure per contrastare un tumore al cervello. E hanno esaudito il desiderio del figlio “da sempre favorevole alla donazione di organi”, sottolinea sua madre. Così, grazie al protocollo siglato tra l’associazione nazionale tumori (Ant) e la Asl Bat, Francesco è stato il primo a poter donare con il trapianto domiciliare le cornee che hanno salvato altre due persone. L’intesa per il trapianto domiciliare è la “prima esperienza anche in Italia di questa collaborazione”, spiega Rosalia Petronelli, coordinatore sanitario dell’equipe Ant Bat. “L’Ant – aggiunge – durante le proprie assistenze può proporre questo gesto solidale che lancia un ponte verso il futuro: chi aderisce o aveva dato la propria indicazione in vita può, nel momento dell’exitus, lasciare i tessuti corneali”.
Il protocollo aiuta l’individuazione del potenziale donatore, il corretto accertamento strumentale della morte cardiaca, l’adeguata informazione ai familiari, l’aumento delle donazioni dei tessuti corneali e la diffusione della cultura della donazione. “L’Ant cerca di creare i presupposti per una azione che ha una ricaduta sociale importantissima”, continua Carmelinda Lombardi, presidente della sezione Ant di Canosa di Puglia che ha assistito Francesco con il suo staff. “Io – conclude – credo che questa donazione e questo trapianto siano un ulteriore concretezza dell’Ant e del suo impegno”