Denigrava colleghi e aziende sanitarie davanti ai suoi pazienti, facendogli credere che il suo intervento, a pagamento e senza fattura, fosse indispensabile. L’oncologo Vito Lorusso, arrestato lo scorso 12 luglio per concussione e peculato, non le mandava a dire nemmeno alla sua stessa azienda, l’Istituto Tumori Giovanni Paolo II, che gli pagava lo stipendio. Le indagini sono iniziate dopo la denuncia di una figlia di una paziente. Le richieste di denaro erano state anche segnalate all’ordine dei Medici di Bari che aveva avviato un procedimento disciplinare, concluso con una sentenza sanzionatoria che sarebbe stata consegnata a Lorusso proprio nei giorni dell’arresto. Al momento l’ordine ha le mani legate e dovrà attendere l’esito delle indagini. In totale sono 19 gli episodi di concussione ai danni di 16 assistiti e vari episodi di peculato. I 19 episodi si sarebbero verificati tra il 20 giugno e il 12 luglio, tutti a danni di pazienti malati di cancro che avrebbero pagato qualsiasi cifra pur di guarire. Uno di questi casi è avvenuto il 29 giugno a una donna che ha pagato 100 euro all’esito di un follow up, denigrando il servizio pubblico e invitandola a non rivolgersi al Cup, anzi di avvisarlo tramite WhatsApp quando fosse arrivata in ospedale. La stessa avrebbe anche fatto presente al medico, piangendo, di non riuscire a pagare i 300 euro chiesti nel mese precedente e dalle intercettazioni Lorusso le dice: “Per oggi mi prendo 50 euro. Va bene?”.