“L’emergenza caldo di questi giorni, che vede Taranto e Puglia tra le città e le Regioni più calde d’Italia, era un fenomeno atteso che avrebbe dovuto essere prevenuto attraverso una saggia programmazione sanitaria regionale. I dati dei primi quindici giorni di luglio sono lapidari per il sistema sanitario tarantino e per i pronto soccorso in cui si sono registrati il 15% in più di accessi,
con un aumento del 25% delle richieste di soccorso agli operatori del SET 118”. A parlare è il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Taranto, dott. Pierpaolo Volpe. “Tutto il sistema di emergenza-urgenza è in queste ore impegnato in un lavoro estenuante, sotto la scure del grande caldo, nella gestione delle patologie tempo- dipendenti. Sarebbe stata opportuna una programmazione regionale specifica, che derogasse al blocco delle assunzioni evitando così che in piena emergenza le Aziende Sanitarie e quindi i Direttori Generali si trovassero a combattere una guerra contro il tempo ad isorisorse”.
“Oramai è chiaro da tempo che l’attuale gestione regionale ha nei fatti “commissariato” i Direttori Generali che non sono autonomi, anche in piena emergenza, di procedere ad assunzioni e alla sostituzione di personale assente senza l’avallo della Giunta regionale. I manager delle ASL, a differenza di quanto previsto dalle riforme sanitarie del 1992 e 1999, sono diventati dei meri esecutori di direttive che piovono dall’alto senza che si tenga conto delle specificità dei singoli territori. «Si continua a puntare il dito sulla spesa farmaceutica fuori controllo anche in ASL Taranto – prosegue il presidente Volpe – quando mi risulta che la relazione della Direttrice del Dipartimento farmaceutico abbia chiarito punto per punto le motivazione dell’eccessiva spesa e si perde di vista, invece, il depauperamento degli organici (legato al blocco delle assunzioni) e soprattutto le performance di qualità in diversi settori della ASL Taranto ad invarianza di personale”.
“La Regione Puglia ha imposto l’attivazione di diverse strutture e servizi anche nell’ambito del PNRR e del PDTA senza però garantire risorse aggiuntive che ovviamente si riverberano sulla spesa del personale. Vi sono obblighi per le aziende sanitarie legate alla raccolta sangue e ad altri progetti regionali che dovrebbero vedere finanziamenti ad hoc, che invece vengono realizzati con lo stesso personale e soprattutto con il lavoro straordinario che non impatta però sul bilancio delle aziende sanitarie, ma sul Fondo del personale stesso. Con la stessa “coperta” si pretendono servizi e innovazioni, senza però fornire le giuste risorse; il risultato è che a pagarne le conseguenze è sempre il personale. L’emergenza caldo di queste ore, ampiamente attesa e oramai una costante nel periodo estivo da anni, non può essere affrontata -conclude Volpe- senza una riorganizzazione dell’assistenza territoriale che possa far fronte alla gestione delle cronicità soprattutto dei soggetti fragili soli e il potenziamento delle postazioni territoriali del SET 118, che rappresentano il fulcro della gestione delle patologie tempo-dipendenti e della prevenzione degli accessi al pronto soccorso”.