Il paziente che al momento dell’arresto aveva negato di aver pagato l’oncologo, nonostante sia stato visto consegnargli 200 euro, ha cambiato la sua versione dei fatti. Era stato indagato per favoreggiamento, ma lunedì, durante l’interrogatorio, ha ammesso che da marzo in poi Vito Lorusso, il medico 69enne arrestato per peculato e concussione, avrebbe preteso dei soldi non solo per le cure, già fornite dal servizio sanitario nazionale, ma anche per evitare le liste d’attesa. Versione confermata dalle 15 registrazioni delle telecamere di videosorveglianza nascoste nello studio di Lorusso, depositate dalla Procura per proseguire con le indagini.
Nel frattempo Lorusso non è più dipendente dell’Istituto Tumori di Bari e ha preso atto della richiesta di andare in pensione. Al momento è stato trasferito ai domiciliari. Alle domande del gip Rosa Caramia non ha voluto rispondere. Tramite i suoi difensori, Gaetano e Luca Castellaneta, si è riservato di chiedere un interrogatorio per spiegare, dal suo punto di vista, il rapporto tra lui e i malati a cui, secondo l’accusa, chiedeva denaro non dovuto.