“Mazza e panella fanno i figli belli”. Mia nonna lo diceva sempre quando, piangendo, mi lamentavo dello scappellotto ricevuto dai miei genitori perché avevo risposto male o fatto qualcosa che non avrei dovuto fare. La sgridata o la punizione, tanto odiati da piccoli, adesso ci sembrano le uniche armi efficaci per far comprendere l’educazione che adesso, purtroppo, è scomparsa quasi del tutto. Alcuni gruppetti di ragazzini hanno fatto propri i comportamenti di familiari delinquenti, ed ecco qui che prevaricazioni e soprusi diventano all’ordine del giorno.
Antonio e Tino erano in piazza Redentore, nel cuore del quartiere Libertà, per raccontare quanto accaduto a un 12enne quando, un gruppo di bulletti, comunemente appellati baby gang per velocità, ha iniziato a inveire contro i due, ruttando, insultando e arrivando persino a lanciare bottiglie e lattine mezze piene. Quando accadono queste cose verrebbe la voglia di fare una tirata di orecchi, quella che quasi certamente non hanno mai ricevuto. Si nascondono dietro al fatto che sono minori, spesso imparentati con persone appartenenti a qualche clan, credendo di avere le spalle coperte e pensando di essere i padroni di luoghi pubblici, come la piazza. Non prevaricano solo con i coetanei per bene, ma anche con gli anziani che cercano un po’ di riposo sotto gli alberelli della piazza.
Tornando al fatto di cronaca, un 12enne, proprio in piazza Redentore, è stato insultato, minacciato e aggredito da un gruppo di coetanei. Tornando a casa, si è lamentato di quanto accaduto ai genitori che, consapevoli di chi fossero i parenti di uno dei ragazzini, hanno deciso di andare a parlare con la famiglia. Seduti intorno al tavolo, i genitori del 12enne aggredito, invece di avere grazia, hanno avuto giustizia, come si suol dire. Gli è stato detto: “E da me che vuoi? Sono ragazzi”. Una esclamazione che ci fa tornare al punto precedente, ovvero la mancata educazione impartita nel nucleo familiare. Inoltre l’omertà e la poca voglia di mettersi in mezzo, ha spinto alcuni astanti a non intervenire in piazza Garibaldi dove, un 14enne, ha subito la stessa sorte del 12enne.
Insomma poco si può fare se l’educazione pian piano scompare. Questi ragazzini sono spinti a emulare il personaggio più stupido del gruppo, quello che per sentirsi grande e importante pensa che aggressioni, insulti e minacce siano la regola. Da sempre le cattive amicizie portano sulla brutta strada, ma se si è già percorsa per colpa dei genitori e delle famiglie, allora poco si può pretendere da questi soggetti.