“Noi i disabili come te non li prendiamo”. E’ la frase che il capitano di una barca che fa escursioni con i turisti in Salento ha rivolto ad Anita Pallara, 34enne con l’atrofia muscolare spinale e presidente dell’associazione ‘Famiglie Sma’. Anita è nata a Bari 34 anni fa e “ama” la sua terra, la Puglia. La stessa Puglia che ieri l’ha “discriminata e offesa”. Anita racconta di essersi recata personalmente due giorni fa al box informazioni per chiedere se la barca fosse accessibile anche per la sua carrozzina elettrica non richiudibile e le è stato assicurato di sì. Allora ha aspettato due suoi amici e ha comprato i biglietti, non prima di avere ricevuto ulteriori rassicurazioni via whatsapp “al numero che mi era stato indicato”.
Ieri, però, l’amara sorpresa: “Quando siamo arrivati ci siamo resi conto che la barca non era minimamente accessibile. E il capitano mi ha detto no, noi i disabili così non li carichiamo, senza neppure parlare con me che ero la diretta interessata, e usando modalità veramente sgradevoli”. “Ti vanti di essere le Maldive del Salento – sottolinea Anita – e non fai attenzione ai turisti, neanche nell’uso del linguaggio. Dire ‘disabili così’ è veramente molto molto discriminatorio, oltre che offensivo”. “Quello che mi sento di dire in generale al mondo del turismo pugliese – spiega – è di stare molto attenti perché le persone con disabilità non sono clienti di serie ‘b’. E che è molto peggio questo tipo di trattamenti che uno scontrino con i prezzi stellari pubblicato sui social”. “Bisogna stare attenti alle persone e sapere che il linguaggio è fondamentale: non si dice i disabili ma persone con disabilità. Almeno questo – conclude – possiamo riuscire a impararlo”.