L’estate è ormai alle porte e i viaggiatori stanno tornando nelle loro città per riprendere la routine che hanno lasciato per fare spazio alle ferie. In tanti hanno deciso di viaggiare per il mondo, dopo gli anni di paura a causa della pandemia. Alcuni sono tornati con un bagaglio pieno di esperienze senza intoppi, altri, come il nostro amico Giuseppe diretto a Ibiza, hanno dovuto fare i conti con dei viaggi della speranza. A finire nell’odissea dei voli in ritardo, cancellati o sostituiti, c’è anche Antonello. Tra le tante denunce che ci sono arrivate, abbiamo deciso di dare spazio alla sua storia che è a tratti davvero allucinante.
Antonello e la sua famiglia hanno passato le vacanze a Sharm El Sheik. Il giorno del rientro, alle ore 5 del mattino, il tour operator, insieme ad altri turisti, li accompagna in aeroporto dove avrebbero dovuto prendere il volo per Bari alle 8.05. Il condizionale è d’obbligo e vi spieghiamo il perché. “Non c’erano segnati ritardi e questo ci ha rincuorato. Alle 7.35 ci avviciniamo al nostro gate, il numero 6, per procedere con il boarding, ma ci viene comunicato che in realtà il nostro aereo non c’è. Ci dicono di andarci a sedere e che a breve ci avrebbero comunicato il ritardo. Dopo qualche minuto ci dicono che sarebbe partito alle 10.05, quindi due ore di ritardo”.
Mezz’ora prima della partenza, però, succede l’impensabile. “Ci stavamo preparando per il nuovo imbarco al gate 6, ma non c’era nessuno. Dopo mezz’ora mi si avvicina un addetto che mi dice che non avevamo più i posti assegnati e che avremmo dovuto sederci dove capitava. Alle 10.40 inizia il boarding, peccato però che allo stesso gate e alla stessa ora inizia anche quello per il volo per Catania. Fuori c’era un addetto egiziano che cercava di dividere i passeggeri per dirigersi all’autobus giusto. Una volta arrivati sull’aereo, scopriamo che un autobus di baresi si era diretto all’aereo per Catania. A quel punto interviene il comandante che scende dall’aereo, si dirige al gate carica le persone rimaste a terra, lasciandone però 9, nonostante sull’aereo ci fossero 15 posti liberi. Una scelta che secondo me e altri è stata dettata dal fatto che due delle uscite di emergenza non funzionassero e che quindi quei posti non potevano essere utilizzati. Mai, in tanti viaggi fatti per lavoro, mi sono trovato davanti a una situazione simile. È impensabile che ci abbiano fatto viaggiare su aereo con alcune uscite di emergenza bloccate. Ci siamo informati per chiedere il rimborso. Il codice del viaggiatore dice che il rimborso si può ottenere anche se si viaggia in una metà non europea a condizione che la sede legale sia in Europa, ma il Cairo non la ha. Ora stiamo cercando un avvocato che sia specializzato in questi casi”.