“Si stava meglio quando si stava peggio”. Il modo di dire calza a pennello per l’inferno di Corso Italia. Siamo tornati sul posto dopo la comparsa delle prime reti metalliche installate da Ferrovie Appulo Lucane per limitare lo stanziamento di clochard e tossicodipendenti ne pressi del sottovia della stazione e su una delle strade principali del centro. Il problema non è stato risolto, anzi. I clochard restano accampati, anche perché scavalcare la recinzione non sembra essere una missione impossibile. La strada resta una discarica a cielo aperto, le macchine restano parcheggiate sul marciapiedi. Che utilità ha tutto questo? D’altronde la storia insegna che la “barricata” solitamente si scavalca, si aggira, si distrugge. Le immagini parlano chiaro, così come parla chiaro lo sconforto dei residenti della zona.
Lello e la tana delle tigri, lezioni di pulizia a Debora: a rischio il pranzo da Rocco
- di: Raffaele Caruso
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