Sono ormai due anni che l’intero pianeta è in continua lotta con il coronavirus. Dopo aver scoperto il nemico invisibile, la scienza si è prodigata in poco tempo e ha trovato un’arma per renderlo più debole e meno letale soprattutto per i pazienti fragili: il vaccino.
Una grande parte di popolazione però ha avanzato teorie complottistiche che ancora oggi, dopo aver registrato morti su morti, continuano ad essere un ostacolo per il ritorno alla normalità. A sorprendere però il più delle volte è quando proprio chi ha dovuto fronteggiare la pandemia in prima linea e ha visto con i propri occhi gli effetti del coronavirus, rifiuta di sottoporsi alla vaccinazione.
L’ultimo caso a balzare agli onori delle cronache arriva dal Barese, dove un medico di una postazione 118 è pienamente in servizio senza aver mai ricevuto una dose di vaccino, tra l’incredulità di molti operatori del servizio di emergenza-urgenza. Secondo quanto siamo riusciti a sapere il medico sarebbe un no vax, convinto al punto da non aver nascosto le sue convinzioni. Il medico era stato sospeso e poi reintegrato, sicuramente con un nulla osta di qualche superiore. Ognuno deve essere libero di fare le scelte che ritiene migliori per se stesso, ma in questo caso specifico viene da chiedersi come sia possibile che un medico no-vax o comunque con un’esenzione al vaccino, possa esercitare la propria professione, mettendo a serio rischio la salute non soltanto dei suoi colleghi, ma anche quella dei pazienti.
Una situazione meritevole di un ulteriore approfondimento, magari valutando la decisione destinare l’operatore del 118 esentato dal vaccino a un’altra mansione, che non sia in prima linea e a stretto contatto con le persone, qualunque esse siano.