“Non volevo ucciderlo, ma solo dargli una lezione perché non aveva pagato la droga”. A parlare è il 19enne Luigi Borraccino, accusato dell’omicidio di Paolo Stasi, il 19enne freddato a Francavilla Fontana davanti la propria abitazione. Il giovane, all’epoca dei fatti minorenne, è in carcere dallo scorso 22 maggio e oggi ha reso un’ampia confessione agli inquirenti. “E poi minacciava anche denunciare tutto ai carabinieri”, ha aggiunto il killer che ha escluso la pista della premeditazione. Confermato dunque il movente legato al mondo della droga. Dalle indagini è emerso che in casa Stasi venivano confezionate dosi di marijuana: il fornitore era proprio Borraccino, ma sia la madre che la giovane vittima ne facevano un uso personale. Nella vicenda è coinvolto anche il 21enne Christian Candito, arrestato insieme a lui con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e da futili motivi.