Si è detta «dispiaciuta» di quanto avvenuto e disponibile a risarcire l’istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari Maria Elizabeth Pompilio, una delle dipendenti della struttura sottoposta a misura cautelare la scorsa settimana (nel suo caso l’interdizione di un anno) insieme ad altri cinque con l’accusa di peculato e, in alcuni casi, anche di autoriciclaggio.
La donna, l’operatore socio sanitario Onofrio Costanzo e gli infermieri in quiescenza Maria Longo, Basilio Damiani, Michele Antonacci e Carlo Romito sono accusati di aver sottratto medicinali e dispositivi dall’infermeria del reparto di Oncologia medica dell’istituto per riutilizzarli in visite private da fare a nero. Per Costanzo è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per gli altri quattro il divieto di dimora nel comune di Bari. Per i sei, oggi, c’è stato l’interrogatorio di garanzia di fronte alla gip Paola Angela De Santis.
Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere ma Pompilio, assistita dall’avvocato Nicola Quaranta, ha rilasciato una dichiarazione spontanea. Nei prossimi giorni il legale prenderà i contatti con l’istituto per quantificare i danni e poi procedere alla liquidazione. Anche gli avvocati Nicola Lerario e Valeria Volpicella, difensori di Longo e Costanzo, riferiscono che sono in corso valutazioni su un’eventuale risarcimento da proporre al Giovanni Paolo II.