Lucia De Benedictis, coinvolta un ventennio fa in un’inchiesta antimafia sulle donne del clan Capriati, è stata assolta dall’accusa di aver indebitamente ottenuto il reddito di cittadinanza per un anno e mezzo. La 56enne, secondo quanto è stato accertato dalle indagini, dal 1999 al 2008 ha gestito insieme ad altre donne un giro di usura ed estorsioni a Barivecchia per conto del clan Capriati e fu condannata alla pena di 7 anni e 4 mesi di reclusione. Condanna diventata irrevocabile ad aprile 2011. A marzo 2019, quindi 8 anni dopo, De Benedictis ha presentato domanda per ottenere il reddito di cittadinanza, recandosi ad un Caf. Ha percepito il sussidio statale da aprile 2019 a gennaio 2021, ricevendo circa 19mila euro. La legge però vieta a chi ha subito condanne per mafia entro i 10 anni di percepire il reddito di cittadinanza, la 56enne così è finita a processo per aver omesso il suo passato criminale durante la richiesta e di aver truffato l’Inps. Il sussidio non lo ha più percepito, ma il Tribunale di Bari l’ha assolta perché il fatto non sussiste. La domanda di accesso al reddito di cittadinanza era stata compilata telematicamente dal Caf e l’errore di non aver barrato la casella sul passato mafioso della richiedente è stato proprio del Caf.
Lello e la tana delle tigri, lezioni di pulizia a Debora: a rischio il pranzo da Rocco
- di: Raffaele Caruso
[visualizzazioni_post]