Verità e giustizia. Questo è ciò che chiedono i genitori e il fratello di Julie Tronet, la 21enne francese trovata morta suicida nella casa in cui abitava con altri studenti a Lecce. I familiari sono giunti nella città salentina dove ieri è stata effettuata l’autopsia sul corpo della 21enne e hanno anche partecipato alla messa organizzata al Duomo dall’Università in ricordo di Julie. La descrivono come una ragazza generosa, buona e disponibile, con le fragilità tipiche di quella età, ma mai i genitori hanno pensato che la loro amata potesse arrivare al punto di togliersi la vita.
Alla messa c’era anche Mohamed il coinquilino che ha trovato Julie impiccata all’armadio. “Era triste in questi ultimi giorni, ma non ho notato nulla di strano nel suo atteggiamento”.
Nel frattempo il 19enne di Ceglie Messapica, indagato per violenza sessuale e istigazione al suicidio è stato ascoltato dagli inquirenti e ha raccontato che il rapporto è stato consenziente, come dimostrerebbe anche un selfie fatto poco prima di andare via dalla casa della giovane. Tra gli elementi al vaglio degli investigatori, oltre ai racconti degli amici di Julie, c’è il referto dei medici del pronto soccorso a cui la ragazza si era rivolta per accertare la violenza.