Emergono nuovi retroscena sull’inchiesta che ha portato all’interdizione dagli uffici pubblici di Elio Sannicandro. Il direttore di Asset Puglia è indagato per corruzione in relazione al pagamento di una presunta tangente di 60mila euro quale corrispettivo per garantire l’aggiudicazione di un appalto integrato relativo la realizzazione di lavori in bacini idrografici. Sannicandro è stato sospeso dal governatore Emiliano che ha nominato il Generale della Guardia di Finanza in quiescenza Salvatore Refolo soggetto attuatore per il dissesto idrogeologico e Commissario straordinario dell’Agenzia Asset con decorrenza immediata.
“Abbiamo perso la gara per 16 centesimi. C’entrava il commissario. Sono stati investiti 60mila euro ma ha fatto così e ha fregato a tutti”, il passaggio emerso dall’intercettazione tra Antonio Di Carlo, imprenditore 62enne di Lucera finito in carcere, e la sua segretaria che chiedeva se quella a cui faceva riferimento era una delle gare “che doveva andare in porto”. L’indagine della Finanza coinvolge in totale 23 persone accusate a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio e turbativa d’asta. Complessivamente sono state eseguite 11 misure cautelari tra Puglia, Molise e Lazio.
In carcere è finito Antonio Di Carlo, 62 anni, di Lucera, imprenditore. Ai domiciliari sono finiti sua figlia Carmelisa Di Carlo, 32 anni, di Foggia, e Sergio Schiavone, 60 anni, di Benevento, dirigente del Coni. Interdizione per Elio Sannicandro, Leonardo Panettieri (funzionario della Regione), Luigi Troso (funzionario del Comune di Castelvecchio), Bruno Maria Gregoretti, Antonio Pacifico, Antonio Ferrara, Michele Camanzo. Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi, invece, nei confronti degli imprenditori Bruno Maria Gregoretti e Antonio Ferrara, ritenuti complici dei Di Carlo. Le altre persone indagate sono: Michele Campanella, Francesco Carrieri, Donato Coppolella, Paolo Coppolella, Vito Girardi, Michele Longo, Vincenzo Manzi, Matteo Palumbo, Valter Pellegrino, Amedeo Petronelli, Roberto Polieri e Rocco Rossi. Rigettate le richieste della Procura nei confronti di altre 12 persone. Il gip ha anche trasmesso al Tribunale di Foggia, competente per territorio, gli atti relativi ad alcuni episodi che riguardano gare di appalto per lavori nei Comuni dauni.
Sannicandro, attraverso una nota, ha dichiarato di essere innocente e di essere pronto a chiedere la revoca dell’interdizione. Per gli inquirenti però la storia è diversa e lui sarebbe uno dei protagonisti della “fitta trama corruttiva” che aveva origine proprio dalla Regione. “Il commissario mi ha detto adesso non ti allargare, che dobbiamo accontentare un pochino a tutti”: sarebbe stata questa la regola generale in vigore nell’ufficio di Sannicandro secondo quanto sostenuto dalla Procura.
Nei confronti di Elio Sannicandro è stato disposto un sequestro da 51.500 euro, ai quali si aggiungono gli 8500 che nell’agosto 2022 sono stati trovati nella sua abitazione al quartiere Madonnella. Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, sarebbero stati poi effettuati bonifici alla moglie e alle sorelle nel tentativo di “sottrarre liquidità e risorse dal suo conto corrente”, il tutto dopo aver venduto sempre alle sorelle una casa in corso De Gasperi a Bari.