L’avevamo incontrata mentre vagava nella sua auto insieme ai due figli, di cui uno con una doppia disabilità, in cerca di un posto in cui vivere. Dopo diverse settimane, siamo riusciti a far ottenere ad Antonia una casa in emergenza abitativa a Enziteto. In questi mesi sono intervenuti i tecnici del Comune che hanno sistemato la casa, installato la cucina e cambiato le prese, ma non l’impianto elettrico. A luglio è stata persino installata la caldaia. Sta di fatto però che in quella casa sono stati fatti dei lavori abusivi, tanto da costringere Antonia a installare la cucina nuova sul balcone. A ottobre, però, dallo scarico della cucina è iniziata a sgorgare dell’acqua. Cercando di bloccare la fuoriuscita, si è rotta la tubazione, recando un ingente danno alla cucina che adesso è completamente da cambiare. Inoltre manca la messa a terra, una cosa pericolosissima per chi abita in quella casa.
Data la cecità del figlio piccolo e la disabilità motoria, Antonia si è rivolta al Comune per chiedere il cambio della casa, non solo per i problemi che sta avendo in quella in cui vive, ma anche perché l’asilo in cui il bambino è stato accettato e dove segue la terapia è nel quartiere Stanic. Purtroppo, l’auto in cui trovammo Antonia, si è rotta e adesso deve chiedere in prestito l’auto alla persona che lei sta accudendo e anche ai parenti per riuscire a prendere il bambino dall’asilo e per tornare a casa. Dal Comune, dopo averle detto che case non ci sono, le è arrivata la comunicazione che martedì prossimo le faranno sapere se può cambiare casa, ma questa volta sarebbe un 45 metri quadri, troppo piccola per stare con due bambini. “Ci sono decine di case vuote da anni. Mi stanno portando alla decisione di occupare abusivamente una delle case dimenticate. Ti portano a fare così, visto che non lavorano come si deve. Io capisco chi occupa abusivamente, perché so che significa stare in mezzo alla strada. Ho rischiato persino di perdere i miei figli a causa delle condizioni della casa che mi avevano assegnato. In questo modo non si può vivere”.