Il gup del Tribunale di Bari, Giuseppe Montemurro, ha rinviato a giudizio il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore, e tre dirigenti medici, con l’accusa di omicidio colposo omissivo, per non aver messo in atto le condotte necessarie a evitare il suicidio di un paziente avvenuto nel 2019. Si tratta di un uomo di 56 anni di Triggiano che si lanciò dalla finestra del reparto di neurologia in cui era ricoverato. Oltre al direttore generale anche la direttrice sanitaria pro tempore dell’epoca, Matilde Carlucci, e il direttore del dipartimento di neuroscienze Nicola Antonio Quaranta.
Secondo la magistratura non avrebbero predisposto le misure necessarie a evitare il suicidio del paziente nonostante due precedenti eventi simili avvenuti, nel 2015, nel padiglione ‘Murri’ del reparto di medicina interna. La direttrice dell’unità operativa di neurologia Maria Trojano ha scelto di essere giudicata con rito abbreviato. Per lei l’accusa ha chiesto la condanna a otto mesi di reclusione, e il suo processo inizierà il 28 gennaio.
Rinviato a giudizio con l’accusa di falsità ideologica di pubblico ufficiale in atto pubblico, Alessandro Dell’Erba, direttore dell’unità Gestione rischio clinico e sicurezza del paziente, che secondo l’accusa avrebbe attestato falsamente l’applicazione “a regime” – in tutte le unità del Policlinico – della raccomandazione ministeriale sulla prevenzione del rischio di suicidio del paziente in ospedale. Lo scorso 8 novembre Migliore era stato rinviato a giudizio insieme ad altri tre, tra dirigenti ed ex dirigenti dell’azienda ospedaliera, per le sospette morti causate dal batterio della legionella tra il 2018 e il 2019.