“Matteo si era stancato delle moto. Una delle ultime cose di cui abbiamo parlato è stata proprio questa, mi aveva confessato che appena diventato maggiorenne l’avrebbe venduta. Diceva che era troppo pericolosa, gli sarebbe piaciuto comprarsi una macchina di quelle che non passavano inosservate. Mancavano solo sei mesi. Purtroppo, non siamo arrivati ai suoi 18 anni”.
A parlare è il papà di Matteo Cappelluti, il 17enne deceduto tragicamente in ospedale dopo essersi schiantato con la sua moto contro un palo in corso Alcide De Gasperi. La famiglia ha deciso di donare gli organi con un grandissimo gesto d’amore.
“È stata una fatalità – le sue parole al Corriere del Mezzogiorno-. Però siamo certi che le condizioni della strada non sono buone. Hanno montato delle recinzioni nel tratto di strada in cui si è verificato l’incidente. Probabilmente per permettere le indagini alla magistratura. In via ufficiosa ho anche saputo che il Comune ha depositato una diffida nei confronti della ditta che sta operando in quella zona, a causa dei tempi troppo lunghi dei lavori per ripristinare il manto stradale. Mio figlio senza quel palo si sarebbe salvato, lui stava scivolando sul marciapiede. Avrebbe rimediato fratture o contusioni, però l’ha devastato il palo. Si è rotto anche il casco, era nuovo e omologato secondo tutti gli standard. C’è un’indagine della magistratura che mi auguro vada ad appurare quelle che sono le responsabilità di chi ha lasciato la strada in quelle condizioni. Non avesse trovato quel maledetto palo, oggi Matteo sarebbe ancora vivo”.