“Ultimamente tra loro due le cose non andavano bene, lei voleva cambiare casa. Lui la trattava male”. Lo ha detto una collega di Vincenza Angrisano, la donna di 42 anni uccisa a coltellate dal marito Luigi Leonetti ad Andria. L’uomo, di qualche anno più grande della moglie, si trova nella caserma dei carabinieri. “Era la mia responsabile e quando ho saputo che era stata accoltellata a morte sono voluta venire qui per capire se davvero fosse lei”, ha aggiunto la collega della vittima che ha raggiunto l’abitazione in cui è avvenuto il delitto e che si trova a ridosso della provinciale 231, a tre chilometri dal centro cittadino.
Secondo quanto si apprende, l’uomo l’avrebbe colpita più volte ad addome e torace senza lasciarle scampo. Poi ha chiamato il 118 per raccontare cosa aveva fatto. Nella casa della coppia sono in corso i rilievi dei carabinieri mentre una psicologa del centro del trauma della Asl Bat si sta occupando dei figli della coppia.
“Il Consiglio Comunale che solo pochi giorni addietro ha letto e scandito i nomi delle allora 103 donne uccise per mano di uomini dal primo gennaio 2023, ha dovuto oggi brutalmente apprendere che la nuova, ennesima vittima di femminicidio in Italia è di Andria. Sì, nella nostra Comunità si è consumato il terribile delitto: la quarantaduenne travolta dalla furia omicida del marito è una nostra concittadina, ha calpestato le nostre strade, frequentato i nostri luoghi, ha dialogato con noi”. Così la sindaca di Andria Giovanna Bruno, commenta il femminicidio avvenuto nella città della Bat.
“I suoi figli sono i nostri bambini, seduti tra i banchi delle nostre scuole cittadine. Un femminicidio ad Andria… Anche ad Andria. Una balorda e folle violenza, una inaudita e irreversibile sopraffazione in nome di niente. Non certo dell’amore, del rispetto, no. Non c’è giustificazione alcuna, non ci potrebbe mai essere: solo forte condanna per questo abominevole orrore. Non cerchiamola, non cercatela. Solo condanna. A nome mio personale e di tutta la Città di Andria, sconvolta e incredula, ferita e attonita, esprimo profondo, immane dolore, stringendo al petto, al mio petto di mamma, quelle fragili, impotenti creature, da quest’oggi orfane della loro mamma”, si legge nella parte finale della nota.