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“Non ci sono prove del suo coinvolgimento”, cadono le accuse su Nardi: inchiesta verso l’archiviazione

3 Gennaio 2024
– Autore: Eleonora Francklin
3 Gennaio 2024
– Autore: Eleonora Francklin

La Procura di Bari ha stralciato la posizione dell’ex magistrato tranese, Michele Nardi, perché non ci sono elementi che sostengano che fosse a conoscenza della richiesta illecita avanzata dal commercialista barese Massimiliano Soave. Il tutto avvenne nei confronti di un suo cliente che aveva presentato un ricorso tributario a una commissione di cui faceva parte proprio l’ex giudice. Nardi inizialmente è stato accusato di tentata concussione in concorso col commercialista che, a differenza dell’ex magistrato, ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini e la pm ha riqualificato il reato in tentato traffico di influenze illecite.

Lo stesso Nardi, nella sua corposa memoria e nella intervista rilasciata a noi di Quinto Potere, aveva dimostrato come non sapesse nulla del raggiro di Soave, sottolineando di non essere stato lui l’estensore delle sentenze tributarie di appello che hanno confermato la condanna delle società di un imprenditore di Barletta, Giorgio Cosentino. Soave, per l’accusa, avrebbe tentato di lucrare sulle relazioni con Nardi per avanzare a Cosentino richieste di denaro in tre occasioni a fronte di una “mediazione illecita” verso l’allora magistrato. Cosa che l’imprenditore ha rifiutato di fare denunciando tutto alla Procura di Lecce.

La Procura di Bari, dopo aver acquisito dai colleghi di Lecce gli atti relativi agli altri procedimenti e gli atti dal Tribunale di Roma da cui ha ottenuto la conferma dei rapporti tra Nardi e Soave, ha ritenuto che non fosse sufficiente il tutto per provare la responsabilità dell’ex magistrato, nei cui confronti verrà probabilmente formulata richiesta di archiviazione.

In totale sono 7 ad oggi le archiviazioni ottenute da Michele Nardi su procedimenti istruiti dalla Procura di Lecce, tre dei quali archiviati dalla procura di Perugia, per infondatezza delle notizie di reato, due dalla procura di Trani ed una a Potenza dove lo volevano inizialmente mandare a processo sostenendo che l’ex-magistrato avrebbe prodotto un certificato medico falso, che in realtà è stato dimostrato essere legittimo e veritiero.