Skip to content

Coronavirus, ristoranti vuoti e frigoriferi pieni: “Non serve stare aperti se il Governo non ci aiuta”

17 Gennaio 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere
17 Gennaio 2022
– Autore: Redazione Quinto Potere

“Sta accadendo quanto temevamo”. I ristoratori stanno affrontando un secondo lockdown, ma come sottolineano loro “indotto e non imposto” a causa della paura del contagio che spinge i più a evitare locali in cui si potrebbe entrare in contatto con un positivo.

“Dopo due anni di chiusure prolungate, sacrifici, perfino suicidi dettati dalla disperazione, ma anche grande determinazione nel risollevarsi per arrivare alla tanto promessa normalità – scrivono -. Ci ritroviamo, dopo un dicembre deludente tra paure e disdette con ristoranti vuoti, frigoriferi pieni e tutte le spese da pagare (65 % di fatturato in meno a livello nazionale rispetto al 2019)”.

“Il settore HO.RE.CA a livello nazionale esprime 340 mila imprese e quasi 1 milione e mezzo di occupati. Se non interverranno misure adeguate seguiranno inevitabili licenziamenti, non possiamo aggiungere debito al debito. Questo contesto è fortemente aggravato da un incontrollato incremento dei costi delle materie prime e delle utenze energetiche (l’ultimo dato parla di aumenti pari al 69%). Il settore della ristorazione – continuano – ha rappresentato un riferimento essenziale per l’economia del Paese e della nostra Puglia in particolare, sia per la filiera agroalimentare (oggi in profonda crisi di liquidità) che per il comparto turistico”.

“La difficile situazione che stiamo vivendo – sottolineano – e la grande incertezza sul futuro delle nostre attività ci spinge a riannodare i fili del percorso di condivisione e di unione che all’inizio di questa pandemia noi operatori del settore avevamo avviato”.

“Rimettiamo insieme intelligenze e competenze per rivendicare diritti e proporre soluzioni urgenti che evitino il collasso. Con l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro. Il Governo non può far finta che vada tutto bene. Non basta restare aperti per lavorare, servono le condizioni minime necessari ed un clima favorevole. Chiediamo in prima istanza:
▪ Sostegno all’occupazione e fondi di gestione erogati con criteri equi.
▪ Azzeramento imposte comunali per il 2022.
▪ Moratoria finanziaria e fiscale rispetto ai mutui ed agli impegni assunti a causa
dell’emergenza Covid.
▪ Calmierizzazione e rateizzazione bollette energetiche aziendali attraverso fondi di
copertura statali.
▪ Credito di imposta sui canoni di locazione per tutto il periodo dell’emergenza.

Il settore della ristorazione entra in stato di agitazione permanente e chiede adesioni e condivisioni di questo percorso da parte di tutti gli operatori del settore con la finalità di aprire un dialogo con le istituzioni e pensare insieme a forme di mobilitazione pacifiche” conclude l’Unione ristoratori di Puglia.