“La piccola stava dentro. Andiamocene. Ci hanno sgamato”. Così Giovanni Cassano, fratellastro del noto calciatore barese con cui non ha rapporti, avvisava Michele Sciacqua e Gennaro Cassano di essere stato visto dalla figlia di un imprenditore nel settore ittico durante un tentativo di furto. I tre, insieme ad altri 5, facevano parte di un sodalizio criminale dedito al furto in abitazione, di auto e ricettazione. Gli otto sono stati raggiunti da provvedimenti di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari ieri mattina nel corso del blitz dei Carabinieri.
Nel corso del tentato furto a Molfetta, i tre, per ragioni ancora non note, possedevano la chiave di casa dell’imprenditore ittico. In quella occasione avevano trovato la finestra e la porta aperta. Un invito ai ladri, ma purtroppo per loro all’interno c’era una ragazzina di 14 anni. Cassano, nel corso della discussione con gli altri due complici, cercava di convincersi di non essere stato visto e infatti, aveva deciso di riprovarci qualche giorno dopo. La piccola però, quello stesso giorno, accompagnata dalla madre, denunciò ai Carabinieri di aver visto in casa un uomo incappucciato con addosso una mascherina chirurgica. Dato quanto visto dalla piccola, la famiglia aveva così deciso di cambiare la serratura.
Dato l’ingente patrimonio in possesso della famiglia, il sodalizio voleva mettere a segno il colpo. Avevano cambiato la targa della Opel in loro possesso, e si erano diretti a Molfetta, ma arrivando in via Goerlitz si sono trovati davanti la sorpresa: la chiave in loro possesso era inutilizzabile. “La chiave non va” diceva Sciacqua a Cassano via ricetrasmittente. Inoltre, in casa, erano presenti i proprietari. “L’attività captativa consentiva di monitorare i tre nel mentre si portavano nuovamente in Molfetta, avendo avuto finanche l’accortezza, a riscontro dei loro propositi delittuosi, di sostituire la targa del veicolo Opel Astra risultata a loro in uso, per sottrarsi a monitoraggi e rendere meno agevole la riconducibilità dell’episodio alle loro persone, disvelando finanche il passaggio in cui gli indagati evocavano la necessità di portare con sé le chiavi in loro possesso, oltre che la non riuscita del piano, in ragione del constatato cambio della serratura” si legge nell’ordinanza.