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Asl Bari, niente visite a pazienti sprovvisti di green pass: “Noi discriminati negato un diritto essenziale”

18 Gennaio 2022
– Autore: Raffaele Caruso
18 Gennaio 2022
– Autore: Raffaele Caruso

Anche chi si sottopone ad esami o visite negli ambulatori specialistici, di riabilitazione o si reca ai consultori familiari dell’Asl Bari deve esibire il green pass rafforzato o in alternativa mostrare l’esito del tampone molecolare o antigenico rapido negativo effettuato nelle 24/48 ore precedenti all’accesso. È quanto stabilito dall’Asl di Bari: la certificazione verde non deve essere più mostrata solo dall’accompagnatore, ma anche dal paziente, come si legge negli avvisi mostrati all’interno delle strutture.

Un regolamento però che ha colto di sorpresa diversi pazienti. “Da due anni non riuscivo ad avere una visita cardiologica, dopo un infarto subito – racconta Massimo -. Queste visite prescritte, dopo il Covid, sono state tutte rinviate. A dicembre si è sbloccata la situazione e sono riuscito a prenotarne una. Non mi è stato comunicato niente, neppure come presentarmi. Un’infermiera mi ha chiesto il green pass, ho risposto che non lo avevo e mi ha detto che non potevo entrare”.

“Mi ha anche detto che potevo fare un tampone, ho risposto che non ho soldi per permettermelo e mi ha sbolognato dicendo che era un problema mio – continua -. Perché nessuno mi ha comunicato le modalità d’accesso al momento della prenotazione? Se non ho il vaccino e non posso permettermi un tampone, che faccio muoio per strada? Che razza di servizio sanitario è questo?”.

Ma non è l’unica segnalazione giunta in redazione. “Sono stata in ospedale per effettuare un prelievo per una malattia autoimmune, poiché sprovvista di green pass non mi hanno fatto accedere – spiega Annalisa -. Ora mi chiedo è giusto cosi oppure no? Premetto che non sono vaccinata per scelta, dubbi e paure. Mi hanno invitato a fare un tampone rapido con attestazione di negatività per accedere, ma io sapevo che solo l’accompagnatore o il visitatore in ospedale deve essere munito di green pass. Per carità comprendo tutto, però penso che non si possa negare un diritto come accedere in strutture pubbliche o in attività essenziali. Mi sono sentita discriminata e ciò mi ha portata rabbia e tristezza nel vedere la situazione come si sta evolvendo”.