Le Comunali del 2019, l’infiltrazione nell’Amtab e anche partite truccate. L’ombra dei clan baresi anche nel mondo dello sport. Secondo quanto emerso dalla maxi inchiesta di oggi, sono due le gare dilettantistiche finite nel mirino. La prima è quella giocata il 30 aprile 2017 tra Corato e Fortis Altamura, gara playoff per l’accesso al campionato di Eccellenza. Secondo quanto ricostruito, l’allora presidente del Corato, il noto imprenditore Giuseppe Maldera, avrebbe cercato un accordo “con i riferenti mafiosi altamurani”, prima di rivolgersi a Mario Dammacco, noto esponente del clan Strisciuglio, per ottenere la vittoria della partita, vinta poi dal Corato con il risultato di 1-0 grazie all’assegnazione di un calcio di rigore. L’accusa per Maldera e Dammacco è quella di frode sportiva aggravata dal metodo mafioso. Come si legge nelle carte Dammacco intervenne subito prima della partita “mediante minacce e violenze sui giocatori della squadra dell’Altamura, così originando nella compagine avversaria della Fortis il consolidarsi della coartazione e dei timori qualora l’esito sportivo fosse stato diverso”. Maldera avrebbe versato anche alcune somme di denaro al clan Strisciuglio.
Il 7 ottobre 2018 le due squadre si ritrovano avversarie ancora in Eccellenza. Questa volta però è il clan Parisi, con Tommaso Lovreglio, a scendere in campo e a rovesciare l’esito dell’incontro. Complice l’articolazione altamurana con Giovanni Sforza, il clan sarebbe riuscito a pattuire con il presidente del Corato, sempre Giuseppe Maldera, la combina del risultato sportivo davanti ad una “non quantificata somma di denaro”. Oltre a Lovreglio e Sforza, tra gli indagati compaiono nomi anche di Donato De Tullio, cugino di Lovreglio, Giuseppangelo Barracchia, “responsabile di fatto” della Fortis Altamura, Dario Loporchio, direttore sportivo del Corato Calcio e Vito Castelletti, allenatore del Corato dell’epoca. La Fortis Altamura riuscì a vincere con il risultato di 2-1 sul campo del Corato.