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Mafia a Bari, omicidio Lopez sul waterfront di San Girolamo. Comune parte civile: “Lesa la nostra immagine”

28 Febbraio 2024
– Autore: Raffaele Caruso
28 Febbraio 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Il Comune di Bari chiederà alla Corte d’Assise di costituirsi parte civile nel processo dell’omicidio del 31enne Ivan Lopez, avvenuto la sera del 29 settembre 2021 sul lungomare IX Maggio sul waterfront di San Girolamo. Il processo sarebbe dovuto partire ieri, ma è stato rinviato all’8 aprile per l’incompatibilità di uno dei giudici del collegio. L’episodio ha “suscitato allarme sociale, instaurando un clima di insicurezza e sfiducia nelle istituzioni da parte della cittadinanza e della collettività”, si legge nella delibera del Comune. Imputati nel processo il 30enne Davide Lepore e il 28enne Giovanni Didonna di Cellamare. Il primo risponde dell’accusa di essere l’ideatore e l’esecutore del delitto, il secondo invece di aver rubato l’auto usata per l’agguato e quindi di aver partecipato all’omicidio.

Secondo il Comune l’agguato ha “leso la sfera istituzionale della civica amministrazione, ente che, per legge e per statuto, rappresenta la comunità locale e ne cura gli interessi, ponendosi come sistema al servizio dei cittadini, secondo i principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, la cui violazione comporta un danno patrimoniale e non solo”. “L’attività criminosa commessa pare decisamente ledere i diritti all’immagine del Comune di Bari, oltre a suscitare allarme e sdegno, rappresentando la negazione dei valori solennemente riconosciuti e tutelati dallo statuto della Città di Bari”, si legge ancora.

Lopez fu ucciso con almeno sei colpi di pistola mentre tornava a casa su un monopattino elettrico. I due imputati rispondo di omicidio pluriaggravato in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso perché avrebbero agito per conto del clan Capriati di Bari vecchia e del clan Parisi-Palermiti del quartiere Japigia, in lotta con il clan Strisciuglio che invece aveva il predominio sui quartieri San Paolo e San Girolamo. Inoltre è stata anche aggiunta l’aggravante della premeditazione. I due, detenuti nelle carceri di Bologna e Viterbo, rispondono anche di porto e detenzione illegale di arma da sparo e del furto di due auto, una delle quali utilizzata per recarsi nei pressi dell’abitazione della vittima. Lepore, secondo i pm, sarebbe stato l’esecutore materiale dell’omicidio, mentre Didonna avrebbe aiutato a commettere il delitto rubando, circa venti giorni prima, a Polignano a Mare, un’Alfa Romeo Giulietta e una Fiat 500 L, poi effettivamente usata per raggiungere la vittima nei pressi della sua abitazione. Lopez, secondo gli inquirenti, sarebbe stato ucciso per ritorsione perché, insieme con suo fratello Francesco, avrebbe compiuto delle estorsioni nei confronti di Lepore, titolare di alcune autorimesse di Bari e vicino al clan Capriati della città vecchia. I fratelli Lopez, invece, erano esponenti del clan Strisciuglio. L’omicidio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, è maturato in un contesto di “fibrillazioni e delle contrapposte azioni di fuoco, incominciate nell’estate 2021, fra il clan Strisciuglio” e il clan Parisi-Palermiti di Japigia.