“In questo momento l’azienda è unita, c’è una voglia di riscatto d’immagine. La nostra azienda non è questo, è un’azienda che lavora, dove ci sono 780 famiglie che vivono per l’azienda. Gettare tutto questo fango su un’azienda di quasi 800 persone per quattro persone che in questo momento sono state raggiunte da un provvedimento mi sembra veramente pesante da affrontare. Vogliamo assolutamente che venga fatta luce”. Sono queste le parole che Angela Donvito, presidente dell’Amtab, ha rilasciato per commentare l’indagine che nei giorni scorsi ha portato all’esecuzione di 130 misure cautelari e dalla quale sono emerse infiltrazioni della criminalità organizzata anche nell’azienda municipalizzata per il trasporto urbano di Bari. Sono 4 i dipendenti sospesi, ma emergono altri retroscena.
Dopo il caso legato al controllo dei parcheggi sparsi in città e nelle zone di concerti e eventi, il pentito De Santis ha fornito anche indicazioni importanti sulle assunzioni all’interno dell’azienda municipalizzata. “All’Amtab o entri con la politica o entri con la famiglia. Io, per esempio, ero entrato grazie all’Udc”, le parole del collaboratore. Ma c’è chi è riuscito ad entrare nell’azienda anche pagando migliaia di euro, arrivando a cifre come 100mila euro, pur di ottenere il posto ricevendo raccomandazioni o aiuti durante il concorso.
Un modus operandi che non coinvolge però solo i clan mafiosi. “Tutti chiedono di mettere una persona. Il capo del personale, il presidente, la segretaria del direttore. Tutti a dire: quello è io figlio, quello e mio nipote”, le parole del dipendente Tommaso Lovreglio, nipote di Savinuccio e dipendente Amtab in carcere da lunedì scorso. I pm parlano di “mercimonio di assunzioni”, mentre la Procura punta il dito contro la “corresponsabilità” dei vertici aziendali. Non sono da escludere provvedimenti nei prossimi giorni.
Ma non solo, i riflettori sono accesi anche sulla riparazione dei bus guasti. Spesso la manutenzione era affidata a ditte esterne, nonostante la grande officina in uso all’Amtab. “Rotti andavano e rotti tornavano”, le parole di De Santis. Ma perché l’Amtab non svolgeva manutenzioni interne? “Negli appalti esterni volano le buste, c’era un tornaconto e i capi si sistemano i figli nelle loro ditte esterne”.