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Palo piange la scomparsa di don Sabino Perillo: “Umile, semplice e spontaneo con un cuore grande”

1 Marzo 2024
– Autore: Raffaele Caruso
1 Marzo 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Palo piange la scomparsa di don Sabino Perillo. Nel pomeriggio sono in programma le esequie nella chiesa Madre di Santa Maria La Porta in Palo del Colle. Don Sabino Perillo, nato a Palo del Colle il 14 marzo del 1969 e ordinato presbitero il 10 giugno 1995, si è spento all’età di 55 anni.

“L’arcivescovo Giuseppe Satriano, il vescovo emerito Francesco Cacucci e l’intero presbiterio dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto annunciano la Pasqua al Padre del caro don Sabino Perillo, ministro della consolazione nello Spirito e forgiato dal suo personale pellegrinaggio di fede nella sofferenza”, si legge nella nota dell’Arcidiocesi Bari-Bitonto.

“Il nostro primo sentimento di fede è quello di ringraziare il Signore e la Vergine Santa per averci donato per molti anni un sacerdote di altissima spiritualità, completamente dedito a un apostolato tanto nascosto quanto efficace. Non si potrà mai valutare né raccontare quanto abbiamo ricevuto da don Sabino. Ed egli stesso ora, nello stupore gioioso della contemplazione del Signore e della B.V. Maria, sarà colmo di meraviglia nello scoprire quali grandi cose il Signore ha operato per mezzo di lui, umilissimo servo – ricorda un fedele -. Seguendo la chiamata del Signore Don Sabino ha offerto a Dio tutto sé stesso. E il Signore ha accettato la sua offerta non simbolicamente; sulla terra e nella visibilità della Chiesa gli ha lasciato quanto di più povero e modesto si può immaginare: poca salute, scarsissimi mezzi, esiguo ruolo ministeriale. E senza elementi umani consistenti ha svolto un ministero rilevantissimo nell’archidiocesi di Bari-Bitonto, il Signore si compiace degli umili. Quando veniva ricoverato in ospedale non aveva il privilegio di una stanza singola, (forse non lo voleva) e talvolta veniva sistemato in corsia (stanze a sei letti); non chiedeva nulla e accettava tutto. Capitava a volte che gli altri uomini non gradissero la compagnia di un prete, ma dopo qualche giorno erano conquistati dalla sua mitezza e umiltà. La virtù che più ho ammirato in don Sabino è stata la sua grande umiltà: umiltà vera, semplice, spontanea. Incontrandolo si provava verso di lui un sentimento di grande rispetto e di naturale simpatia, perché egli dimostrava verso tutti i suoi confratelli una stima sincera, come chi si sente l’ultimo fra tutti, avendo per tutti una parola amica e un sorriso cordiale, e con grande cuore amando i bambini dell’Ospedale Pediatrico di Bari di cui era cappellano. Grazie di tutto Don Sabino fai buon viaggio”.