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Banca “fantasma” con sede nel palazzo del Tar, truffati da Bandenia: “Persi 70mila euro”

2 Marzo 2024
– Autore: Raffaele Caruso
2 Marzo 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Nuova puntata della rubrica “Povero a chi capita”. Abbiamo incontrato Diego e Aurora che ci hanno parlato di una storia davvero particolare. Un amico di famiglia, con cui sono stati già fatti investimenti in passato, propone un ulteriore investimento in una banca estera, la Bandenia, che poco dopo ha aperto a Bari una sede di rappresentanza all’interno del palazzo che ospita il Tar in piazza Massari.

“Ci siamo fidati, anche perché ci è stato proposto un investimento molto vantaggioso con un incremento del 6% annuo – racconta Aurora -. Inizialmente le cose stavano andando per il verso giusto, i miei genitori non sono pratici dal punto di vista informatico e hanno così deciso di lasciare le credenziali per l’accesso a questo consulente finanziario. A questo conto era associata una carta dove venivano accreditati gli interessi”. Si tratta di un investimento con un vincolo minimo di 24 mesi, che prevedeva una cedola di interesse mensile, ma con capitale sempre garantito dallo Stato

“Ci siamo accorti che era vuoto dopo aver cercato di effettuare un pagamento. Abbiamo chiesto spiegazioni al consulente, a quel punto ho effettuato il primo accesso al portale e mi sono accorta di movimenti sospetti che non avevamo mai effettuato. Iniziamo ad avere dubbi.  Questa banca sembrava credibile anche perché aveva partecipato ad eventi con l’Università di Bari – aggiunge Aurora -. Abbiamo contattato una persona che gestiva la sede di rappresentanza a Bari e altre persone, si sono mostrate disponibili nel risolvere la situazione e hanno preso le distanze dal consulente”.

Nell’occasione la famiglia Ceglie esprime la volontà di non proseguire con l’investimento, un’operazione per la Banca però ritenuta impossibile vista la non possibilità di recedere dal contratto prima della scadenza dei 24 mesi. “All’inizio ricevevamo normalmente gli interessi accreditati mensilmente, con l’avvento del Covid tutto è cambiato e abbiamo iniziato ad accumulare ritardi – spiega Aurora -. Non ci hanno mai risposto all’email, non abbiamo ricevuto nessun soldo. Poi siamo stati convocati dalle stesse persone che ci hanno proposto un altro investimento in un’altra banca, chiamata Elevia. Non abbiamo ovviamente accettato perché a capo c’erano le stesse persone. Siamo stati convocati poi dalla Guardia di Finanza e abbiamo capito che c’era un’indagine in atto. C’è un’indagine in corso, non siamo ovviamente le uniche vittime. Il nostro investimento sarebbe dovuto finire a novembre 2023, dei soldi ovviamente non abbiamo visto nulla, ci hanno restituito solo il 9% del capitale”.