“Domani mattina vedi se ti puoi attivare per vedere il fatto del b&b tuo, perché altrimenti quello domani a mezzogiorno deve partire e io non voglio, caso mai gli succede qualcosa”. Queste parole di Tommy Parisi, intercettate in una conversazione in auto nel febbraio 2018 con Sergio Mezzina, certificano come il clan Parisi avesse sotto controllo non solo bar, ristoranti e altre attività, ma anche i b&b. Luoghi “sicuri” dove poter far nascondere anche latitanti.
“Prendiamo una stanza, la paghiamo in anticipo e tutto a posto per un mese, così stiamo tranquilli. È un compagno universitario… questa è la tesi che dobbiamo portare avanti”, aggiunge Parisi. Mezzina così si attiva, senza successo però, a trovare una stanza in una struttura gestita da alcuni suoi familiari. Ma non si tratta di un caso isolato.
Nel 2018 Christopher Petrone, agente di commercio arrestato perché ritenuto prestanome dei Parisi, propose ad Alessandro Morra, che nel 2016 fu protagonista di una rapina da 8 milioni di euro ad un portavalori in Calabria, di nascondersi in una “villa ad Altamura, dove davanti abitano i proprietari e l’altra ala la adibiscono a bed and breakfast, bellissima con la piscina”. Anche i Palermiti avrebbero investito su b&b e strutture turistiche, per seguire a pieno l’andamento dell’economia cittadina.