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Non solo l’Amtab, assunzioni anche nella Multiservizi di Bari in cambio di voti: le rivelazioni di due pentiti

9 Marzo 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere
9 Marzo 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere

Assunzioni nell’Amtab ma anche nella Multiservizi di Bari. Emergono altri retroscena nella maxi inchiesta della Dda che ha provocato un terremoto nella città di Bari. Alcuni candidati promettevano, in cambio di voti, anche assunzioni nella società comunale che si occupa di guardiania e giardini, guidata poi per altro da Giacomo Olivieri dal 2013 al 2015. A rivelarlo sono stati due giovani pentiti del clan Palermiti. Il retroscena è fornito da La Gazzetta del Mezzogiorno.

“Tramite mio zio Fortunato gli avevano dato dei soldi a lui, e mio zio, tipo, incaricava me, cioè noi mettevamo bravi ragazzi che attaccavano i manifesti, oppure si andava casa per case delle persone a dare la 50 euro oppure la busta della spesa, magari alle vecchiette, e di votare determinate persone. Ora mi sfugge il nome di una persona che avevano portato loro, che comunque fosse… è stata molto utile a loro, anche, se non sbaglio, a livello delle assunzioni della Multiservizi, a livello della frazione di Japigia”. Domenico Lavermicocca, nipote del boss Mino Fortunato, uno dei 135 arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Bari, parla così a marzo 2023 di Tommaso Lovreglio, nipote di Savinuccio e il dipendente Amtab incensurato finito in carcere e al centro dalla maxi inchiesta. Sarebbe stato lui, oltre a recitare un ruolo da protagonista nel sistema Olivieri, a promettere assunzioni nell’azienda del trasporto pubblico barese.

“C’erano pure dei manifesti grandi su Japigia, ed era portata questa persona avanti, ora non mi ricordo il nome.. Mi ricordo questa persona un po’ con i capelli ricciolini, però… occhialini. Prometteva assunzioni sempre, perché comunque c’era la sede della Multiservizi a Japigia vicino alla Chiesa San Francesco. Il figlio anche di… uno dei figli di Battista comunque”, aggiunge Lavermicocca. “Lovreglio si presentava, tipo, a mio zio, diceva: ‘Dobbiamo cercare di far uscire questa persona’, mi pare che era la circoscrizione, ora non ricordo bene perché comunque sono passati degli anni. Prometteva a mio zio: ‘Lo zio, non ti preoccupare che se lui riesce a vincere sta pure per te un posto, due persone, quelli che vuoi, li mettiamo… li cerchiamo di inserire nella Multiservizi dove già sto io. Lo sai che là papà…’. Cioè alla fine loro mettevano sempre Battista davanti, quindi mio zio per rispetto di Battista portava avanti questa persona, però lui aveva anche il suo tornaconto che comunque sarebbe servito anche a lui inserire delle persone nell’ambito lavorativo”, aggiunge sempre il nipote del boss Fortunato.

“Per un periodo Lovreglio aveva degli allacci anche con quelli che pulivano sulle spiagge a Pane e Pomodoro. La Multiservizi, sì. Che poi il fratello Vito ha lavorato, non so se lavora ancora, alla Multiservizi. Tommaso è riuscito ad entrare nell’Amtab, se non erro, insieme a Massimo, al fratello di Savino Parisi”, la conferma di Gianfranco Catalano, 38enne ex affiliato dei Palermiti e pentito dopo l’arresto per l’omicidio Rafaschieri.

“La Multiservizi è stata costituita nel 1999 costituzione per assorbire gli ex Lavoratori socialmente utili. All’epoca non c’erano le norme sull’evidenza pubblica (emanate nel 2008), e dunque la società ha assorbito anche ex Lsu con precedenti penali – fa sapere l’azienda -. Nel 2016 l’attuale presidente Francesco Biga (subentrato a Olivieri) come primo atto ha chiesto il casellario penale di tutti i dipendenti. Dall’analisi è emerso che, pur essendoci pregiudicati, la loro assunzione non aveva violato alcuna norma. Tuttavia l’azienda si è ritrovata in casa 40 lavoratori interinali, non previsti, assunti ai tempi di Giacomo Olivieri che già in precedenza aveva utilizzato una procedura simile. Il presidente Biga ha fatto scadere i contratti e ha segnalato il suo predecessore alla Corte dei conti (che lo ha condannato). Nel 2017 ha licenziato e denunciato l’ex capo del personale, Onofrio Cascione, per gravi irregolarità amministrative: lui e Olivieri sono a processo. Dal 2016 sono stati fatti tre concorsi (uno dei quali in corso), con regole stringenti e procedure trasparenti. I partecipanti devono avere esperienza specifica (sull’estratto Inail) nella funzione richiesta. Nelle commissioni di concorso vengono nominate persone di esperienza lontane dalla politica. Nessuno dei pregiudicati assunti in precedenza a tempo determinato è più rientrato in azienda”.