Il clan Parisi di Bari sarebbe arrivato fino a Secondigliano. Dalle carte della maxi inchiesta della Dda di Bari c’è un episodio con protagonista Tommy Parisi. La sera del 29 novembre 2017 il cantante neomelodico, figlio del boss, viene intercettato mentre è in auto. Invia alcuni messaggi vocali, tra questi alcuni recapitati ad una persona non identificata dove chiede contatti e un aiuto per recuperare 2800 euro da un rivenditore di auto proprio di Secondigliano. Una somma dovuta dalla cessione da parte di una terza persona di due vetture incidentate.
“Basterebbe il nome del quartiere dove l’imprenditore creditore esercita la sua attività la lavorativa per comprendere quanta influenza abbia la famiglia Parisi in un territorio ad altissima densità criminale qual è appunto Secondigliano e soprattutto per quello che evoca quel territorio nell’immaginario collettivo – si legge nelle carte -. È assai indicativo il fatto che il creditore si sia rivolto al figlio di Savinuccio per recuperare una somma non rilevante dal debitore che vende auto, a quanto pare privo di licenza, in un quartiere ad altissima densità criminale. È impensabile che un cittadino normale possa andare a Secondigliano e recuperare da solo la somma reclamata. Per fare ciò ci si deve, ovviamente, rivolgere alla criminalità che controlla quel quartiere a nord di Napoli. Parisi si rivolge a soggetti inseriti nel mondo dei neo-melodici campani, un mondo che, come hanno dimostrato moltissime indagini spesso si intreccia con la criminalità organizzata”.