Skip to content

Fegato amaro, il calvario post trapianto a Bari. Isa: “Cure pessime costretta ad andare a Salerno”

21 Marzo 2024
– Autore: Raffaele Caruso
21 Marzo 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Qualche tempo abbiamo intervistato l’associazione dei trapiantati di fegato per parlare dei problemi del reparto di Gastroenterologia del Policlinico di Bari. Raccontiamo la prima di alcune storie con protagoniste persone che pur essendo state trapiantate a Bari, o a Torino come nel caso di Isabella, trovano difficoltà a essere seguiti e sono costrette a scappare fuori anche solo per farsi seguire nella fase post trapianto. Il tutto ovviamente con costi triplicati sulle casse del sistema sanitario regionale.

“Sono stata trapiantata nel 2017. Sono andata a Torino perché qui a Bari non avevano capito il problema e lo avevano sottovalutato – racconta -. Ho incontrato un primario, gli ho portato tutti gli esami e ha detto che me ne dovevo andare da qui urgentemente. Ho trovato questo centro all’avanguardia di Torino, il medico mi ha telefonato e si è meravigliato. Mi ha chiesto perché dovessi andare fino a Torino per essere trattata, perché per loro queste cose erano all’ordine del giorno. Ho spiegato i motivi e il giorno dopo mi hanno ritelefonata, ho fissato un appuntamento e sono andata a Torino. Mi ha visitato e mi ha detto di avviare il trattamento urgente, perché ero a rischio emorragia. Sono scesa a Bari e poi risalita a Torino per iniziare il primo trattamento, è stato tragico perché è molto invasivo. Per tre mesi ho fatto su e giù, ho fatto tre interventi. Dopo la Tac sono venuti fuori due carcinomi, uno era a livello anche avanzato. Mi hanno messo subito in lista, dopo 4 mesi ho fatto il trapianto. Il trattamento riservato ai pazienti è stato incredibile. Sono tornata poi a Bari dopo il trapianto, ma ho trovato un problema ancora più grande. In 5 anni e mezzo non mi hanno mai visitata. Gli esiti degli esami li prendevo io dall’ospedale e li spedivo a Torino, da lì mi chiamavano e mi dicevano le terapie necessarie, oltre ad aggiornarmi su come stavano andando le cose. Me la sono vista anche da sola per tutte le visite periodiche che dovevo fare, come un utente esterno. Non abbiamo la priorità, è come se fossimo gente normale, ma non lo siamo. Ho deciso dunque di essere seguita da fuori. Sono andata a Salerno e lì ti seguono direttamente. Non dovevo effettuare io le prenotazioni per le visite, ti chiamano direttamente loro. Se mandi un’email o un messaggio ti rispondono subito. A differenza di Bari dove non rispondono mai”.