Abbiamo liberato la Casa di Quinto Potere, in cui c’erano le robe di Maddalena (ancora in ospedale) per accogliere Selenia, una donna di 37 anni con una vita drammatica alle spalle, e suo figlio di 4 anni. I due sono già entrati in casa in maniera per ora provvisoria. Selenia ha urgenza di lavorare e di avere una residenza. Vive in difficoltà emotiva e continua a lottare solo per suo figlio. Ha preferito chiamare noi come ultima spiaggia e noi ci siamo subito resi disponibili. Lei è disposta a fare qualunque cosa, purché sia nella zona di Bari per stare ovviamente più vicino possibile al figlio. Per Nicolò cerchiamo invece una ludoteca che lo possa ospitare durante il giorno. Ora vi raccontiamo la sua storia.
“Mi sento persa, mi sento un pesce fuor d’acqua. Mi vergogno per mio figlio, so di aver toccato il fondo – racconta in lacrime -. Penso solo a lui, è l’unica cosa che mi tiene in vita. Per dare un tetto a lui ho occupato abusivamente una casa popolare a Putignano, me ne voglio andare perché so di aver fatto una cosa sbagliata. Non ho una residenza, mi sono fatto anche un’autocertificazione e rischio anche per quello. Non cerco elemosina, robe, non ho mai chiesto niente a nessuno. Sono caduta, ma non in cattive strade, perché non ho tutori e sono orfana da parecchio tempo. Ho perso anche mio fratello, la vita è stata ingiusta. Sfido chiunque ad andare avanti così, non sono stata fortunata in niente, neppure in amore. Per me forse nella vita non c’è nulla, forse Selenia non merita nulla. Non ho mai chiesto aiuto, questa è la prima volta e mi vergogno, mi sento una sconfitta. Il padre non ha riconosciuto Nicolò, per lo Stato non esiste ed è tutto sulle mie spalle. La mia paura più grande è quella di perdere Nicolò. Cerco solo un lavoro, solo quello mi farebbe uscire da questo tunnel, per me e per Nicolò. Per fare la mamma, senza sbagliare mai”.