Skip to content

Decaro in posa con la sorella del boss Capriati, la foto “dimenticata” e il commento shock: “Roba nostra”

25 Marzo 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere
25 Marzo 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere

La vicenda con protagonista il Comune e la città di Bari è diventata di dominio nazionale. Tutti gli esponenti politici ne parlano, sui social, nei salotti televisivi e nei telegiornali. Lascia basiti il fatto che tutto si sia trasformato in una battaglia politica, a partire dallo stesso Sindaco. Si è trasformato il motto “Io sto con Bari” a “Io sto con Decaro”. La politica non c’entra nulla e il rischio, in questi casi, è quello di fare scivoloni grotteschi come accaduto ad Emiliano sul palco della manifestazione che si è tenuta sabato mattina in piazza del Ferrarese. Le smentite che ci sono state, prima da parte dello stesso governatore, poi con Decaro fino ad arrivare alle dichiarazioni di Lina Capriati al Tg1, lasciano il tempo che trovano.

Ci sono troppi segnali che non possono essere ignorati. Quando ci siamo recati a Barivecchia per l’inchiesta sulle orecchiette abusive, l’entourage vicino ai clan ha affermato in coro che “Decaro è un grande sindaco”. Parole che ci hanno fatto riflettere, fino ad arrivare alla foto pubblicata sui social da Annalisa Milzi, figlia di Lisetta Capriati, sorella del boss Antonio e moglie del defunto Vincenzo Milzi. Una foto in cui si vede un Sindaco sorridente, assolutamente non imbarazzato e non a disagio dal contesto. Decaro abbraccia le due donne e si mette anche davanti alla boutique quasi a “sponsorizzare” la loro attività. Una foto già inquietante, resa ancora più inquietante dal commento di Vincent Capriati: “Roba nostra”.

Cosa significa “Roba nostra?” Qual è la roba “vostra”? A Bari non esiste la roba di nessuno. Bari deve essere di tutti. Per noi è importantissimo non buttarla in caciara e dare importanza alle Istituzioni, a chi deve procedere, indagare, in modo tale che la città si scrolli tutto. Non siamo di centrodestra, non abbiamo un’etichetta politica. Avremmo detto le stesse cose se al comando della città ci fossero stati altri e non Decaro. Non è per noi una questione politica, non lo è mai stato. Chiediamo solo che in questo momento tutto sia fatto alla luce del sole e che ci sia solo trasparenza e chiarezza. Basta la caciara politica, anche perché il barese medio si è stufato di tutto questo. Conta solo il bene di Bari, conta solo il bene della città.

La nomina di una Commissione chiamata a valutare lo scioglimento del Comune potrebbe essere la soluzione ideale per estirpare il cancro insediato in città. Se dovesse saltare il banco è soprattutto per quello che accade all’Amtab, azienda di trasporto pubblico nelle mani del Comune. Quello che succede all’Amtab lo sanno tutti, anche chi si trovava sul palco della manifestazione sabato mattina. Ovvero che per avere promozioni e scalare le gerarchie interne, bisogna passare non solo dalla malavita, ma anche attraverso le sponsorizzazioni politiche. Sul palco sabato c’erano persone che hanno gruppi di assunti all’Amtab e che hanno avuto la faccia tosta di presenziare all’evento. Non abbiamo sentito nessuno fare dichiarazioni importanti rispetto a quello che è successo nell’Amtab, non è stato mai dato un segnale forte. Anzi, è sempre stato rinnovato il management e quando Persichella ha provato a cambiare la direzione, se ne è scappato. Cosa si è fatto per staccare la spina a questo sistema? Niente. Il commissario straordinario Luca D’Amore sta per grandissima parte sottolineando il nostro straordinario lavoro di inchiesta svolto prima con il Quotidiano Italiano, quando ad editarlo era la società di Giacomo Olivieri, a dimostrazione che non guardiamo in faccia nessuno, e poi con Quinto Potere. Abbiamo continuato ad indagare su questa cosa che è stata ignorata da molti. E lo continueremo a fare.